Amo le stagioni di mezzo, indecise se fare un passo avanti o indietro, sfocate, e così è la mia vita che - per buona sorte, già da quando ero bambino - non riesco a leggere limpida, sennò la capirei troppo e non potrebbe sorprendermi; pure è un romanzo, a volerla scrivere. Certe vite - forse la mia tra queste - sono più narrabili di altre, sembra abbiano un teatro di posa assegnato: autunni e primavere, e dentro ai primi ricadute di sole e alle seconde temporali, così che a ogni malinconia si sposa una prospettiva di gioia e a qualsiasi felicità un'accettabile ansia. Niente estati e inverni, piuttosto: foschie, che sono più belle da raccontare dei giorni nitidi; per cui cammino cauto ma risoluto verso dove devo. Verso dove devo è un sistema di gioco per la vita più che un traguardo, e iddio sa quanto faccia fatica a considerare la vita un passatempo. Mi ci impegno però, con buoni risultati e fallimenti in cui rinnego il proposito e a giorni storti trovo tutto spregevole, t...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.