Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Siani chi? Il comico?

Perchè si dimentica troppo facilmente , mi ha scritto come dedica sul suo libro Alessandro Di Virgilio. Una dedica non scontata, non la solita firma tirata via di fretta, ma una frase che ti costringe a pensare. Il libro è un libro a fumetti, graphic novel, si dice oggi. Di Virgilio lo ha sceneggiato e Emilio Lecce disegnato. La storia è la storia drammatica del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985, a 26 anni. Fortapàsc , il bel film di Marco Risi, ne racconta in modo dettagliato gli ultimi mesi di vita. Nel fumetto la storia è fatta di flashback e piccoli ritratti di vita familiare: la nascita di Giancarlo, la nonna che vuole un bacio in cambio di una caramella e lui che non si piega al "ricatto", la sua macchina verde riconoscibilissima per le strade di Torre Annunziata, lo scetticismo dei caporedattori che scoraggiano il ragazzo dall'intraprendere un mestiere del genere. Lavorava come precario al Mattino di Napoli, Giancarlo, qu

Un bambino che leggeva (troppi) fumetti

Trent'anni fa ero un bambino che leggeva troppi fumetti. Me lo ripeteva mia madre ma poi me li comprava e a volte li leggeva prima di me. Tex, Zagor, la magnifica Storia del west di Gino D'Antonio, la poesia di Ken Parker. Roba western, fango, sudore e polvere da sparo: era un trip, la miglior roba disegnata che si potesse leggere, con buona pace dei supereroi. Poi venne l'aprile dell'82. Nelle sale stava per uscire I predatori dell'arca perduta e avrebbe di nuovo rivoluzionato il mio senso del cinema, come avevano già fatto, anni prima, Guerre stellari e Lo squalo . L'Italia di Bearzot a luglio avrebbe vinto i mondiali di Spagna, contro tutti i pronostici. A scuola ero innamorato perso di una ragazzina che oggi non riconoscerei, a incontrarla per strada.  Baglioni  e i Pooh vendevano ellepì a palate, dominando l'hit parade coi loro primi dischi live. Dischi in vinile, naturalmente. In sordina, quasi come un esperimento destinato a morire in po

Palme d'aprile

Questa che sto per raccontavi è una storia successa una domenica delle palme. Quella volta coincideva col primo aprile, il giorno degli scherzi, dei pesci finti appiccicati ai maglioni. Da ragazzi uscivamo di scuola, il primo aprile, e davamo delle gran pacche sulle spalle degli amici tonti per attaccarci qualche trota di carta ben spalmata di colla. Comunque. A parte questo. Vado a prendere mia figlia in chiesa, dopo la messa. La aspetto fuori, in macchina, perché non ho trovato posto e ho parcheggiato davanti a un'altra auto in sosta. Passa qualche minuto, arrivano due signore molto ben vestite, un grosso cespuglio di palme (presumo benedette) in mano. Una delle due addita la mia auto e sibila all'altra: "Guarda questo come c...o ha parcheggiato", l'amica le fa "Adesso gli righiamo la macchina, così impara". Non mi hanno visto, evidentemente. Scendo dall'auto, calmissimo: "Signore - replico - non c'è bisogno di arrivare a tanto, son