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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

La memoria del disagio

Ho promesso a Susi di portarla in Grecia, alla fine di questa brutta storia. Via mare, perché là si arriva solo così, come tremila anni fa, solcando l'Egeo e sbarcando a un'insenatura selvatica. Le ho chiesto Verresti? e lei Sì però non so il greco, e non ho studiato il latino . Allora ci siamo inventati un richiamo efficace - non come il vaccino ammazza virus che ancora non han trovato - ma come due saggi che vanno alle origini delle cose un'ora al giorno. In Grecia c'è in effetti l'origine delle cose, di tutte le parole che usiamo e degli oggetti che pronunciamo, c'è il λόγος , c'è il principio della memoria. E allora ripartiamo da lì, anzi ricominciamo, hai visto mai stavolta la civiltà venisse meglio? Parlo della nostra evoluzione privata, naturalmente, della sua e mia capacità di leggere la vita e saperla decifrare come facevo con l'Anabasi, al netto delle frequenti cantonate che collezionai. Via con le declinazioni, allora, e poi le perifrast

Rifugiati

L'amore e le migrazioni hanno in comune una cosa: ci pensavo oggi a Piediluco, mentre cercavo una panchina al sole e tentavo di sfuggire al contagio, allontanandomi dagli esseri umani. La cosa in comune è l'accoglienza, io credo. Amiamo chi ci accoglie così come sbarchiamo dove ci vogliono: a ben guardare non c'è tanta differenza. Io ho amato assai chi ha accolto la mia vita, il mio passato, i miei rituali, l'indecifrabile ironia , la nostalgia furibonda, la paura delle rondini - e neanche un po' chi si è soltanto innamorata della mia faccia. Allo stesso modo ho accolto - di chi ho amato - proprietà simili e contrarie, puntigliosità cervellotiche che son diventate abitudini perfino sopportabili, col tempo. L'amore insomma è prendere tutto il pacchetto (anima, corpo e frattaglie - a dirla con Totò) e alla fine intuire che di meglio in circolazione non troverai. Magari ci vuole un po' di rodaggio, c'è un costo variabile di scazzi e furori repressi da pa