Passa ai contenuti principali

Consapevolezza

Sono stato alla presentazione del libro "Chi comanda Terni", di Claudio Lattanzi​; di norma compro "Il Fatto Quotidiano", uno dei pochi giornali italiani che riesco a leggere senza vomitare. La chiamo consapevolezza. È un percorso che richiede tempo e coerenza. E scelte, perché non pretendo di aver capito perfettamente torti e ragioni e perché ogni scelta ne esclude delle altre, magari non proprio disprezzabili. Il mondo è un posto di infinite varietà di grigio, non di bianchi e neri, di foschie più che di sole pieno. Ma l'intuito, la ragione, la morale, mi suggeriscono che ciò che mi raccontano Lattanzi e Travaglio - e alcuni altri cui concedo fiducia critica - è quanto di più simile alla verità si possa ascoltare. Lattanzi parla di un grumo di potere che a Terni gestisce, col permesso della maggioranza cieca dei cittadini, la politica e l'economia per conto e a vantaggio di Perugia. E parla, tra altre criticità, delle Acciaierie, ai cui proprietari tedeschi - scrive - non si può imporre una bonifica radicale del territorio perché altrimenti se ne andrebbero dalla città. E Travaglio, per
quanto vedo, mi pare che dica e scriva cose sensate, comprovate, da sempre. Non mi sembra ce ne siano tanti, come lui, nel giornalismo italiano, patologicamente asservito - salvo lodevoli eccezioni - a gruppi industriali, logge massoniche e partiti.
Così - alla luce della stessa consapevolezza - trasecolo alle parole del ministro della Salute, ieri sera, 17 ottobre, al Tg1. Si parlava di vaccini. Alla domanda del giornalista "Cosa succede se non si somministrano ai bambini i vaccini stabiliti dalla legge?", il ministro ha risposto "Si muore". Così, senza politichese, senza il torrente di parole vuote che in genere usa davanti alle telecamere - dopo averle concordate con la segreteria di partito e con l'emittente - chi ci amministra. E trasecolo non perché ho il sospetto che non siano vere: non ho la minima competenza per giudicare la validità (o potenziale nocività) di un vaccino. So, per bocca del ministro, di una ragazzina morta di pertosse per non essere stata vaccinata. Ma so anche di genitori che denunciano gravi patologie occorse ai loro figli - autismo, epilessia - dopo un vaccino. Ciò che mi stona nelle parole del ministro non è quel che dice ma quel che non ha detto. Non l'ho mai sentita inveire - né lei né gli altri che l'hanno preceduta a quell'incarico - contro i professionisti della sanità che non rilasciano fattura ai pazienti; contro le  case farmaceutiche che gonfiano a dismisura i prezzi delle medicine speculando sui malati; contro i medici di famiglia che prescrivono senza necessità medicine suggerite dagli informatori farmaceutici. Perché questo è il dovere di chi ci amministra: denunciare pubblicamente gli abusi e porvi rimedio. In questi casi, dunque, quando cioé ascolto verità parziali, la consapevolezza evolve, e diventa indignazione. E innesca la necessità di scegliere da che parte stare. Se tentare di capire la verità a ogni costo o vivere anestetizzati. Travaglio ha detto in tv, di recente: "Non è la libertà che ci manca: è che a volte non sappiamo come usarla". Tra le tante verità zoppe, una che tutte le persone di buon senso non potranno che giudicare in perfetta forma.






Commenti

Post popolari in questo blog

Avvento

Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra

Tre circostanze fortunate

Tu adesso chiudi gli occhi che io ti do un bacio. Chiudi gli occhi perché il bacio non devi vederlo arrivare, devi fare in modo che l'attesa sia una fitta dentro al petto, che la mia bocca s'aggrappi alla tua quando non ci contavi più, quando pensi che me ne sono andato e t'ho lasciata là, ingannata e cieca. Mentre aspetti il tempo ti sembrerà differente - il tempo dell'attesa di un bacio sfugge alla gabbia consueta - e se alla fine ti chiedessero di contarlo dovresti fare come i bambini, con le dita, e sarebbe lo stesso un inganno. Non è una questione di età, io ho la mia e tu la tua, non siamo alle prime armi. Ma anche la tenerezza - perché è di questo che stiamo parlando - muove con un tempo tutto strano, asincrono, ed è la stessa di quando avevamo vent'anni - tu più di recente - rinvigorita però dall'autostima, che alla giovinezza non si addice. Poi vorrei tenerti addosso, come in quella canzone di Paoli, stringerti alla mia camicia bianca e dirti che probab

Alcune ragioni contrarie all'infelicità

Perché sei infelice? Perché non riesci a starci dentro, alla felicità, per più di dieci minuti? Io credo che dovresti ragionare su queste domande, così intime e così terribili. Se vuoi ti do una mano, molti dicono che ci somigliamo, sarà più facile per me che per un altro suggerirti una via d'uscita. Sei infelice nonostante tu faccia tutti i giorni quello che ti piace. Pensa se non fosse successo, che avessi quei piccoli talenti che alcuni ti riconoscono: parlare in radio con disinvoltura, scrivere con leggiadria, tenere avvinti venticinque ragazzi con un poeta che per la prima volta non sembra loro inutile. Pensa se non avessi quei piccoli talenti ma fossi divorato dal desiderio di averli, e ogni tua invenzione passasse inosservata, o peggio fosse evitata come la peste. Questa attenzione che ti dedicano, non è già motivo di felicità? Le parole - lusinghiere -  che ti regalano a corredo delle tue, non sono una buona ragione per essere felici? E quando hai viaggiato per l'Italia