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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

La ragazza del treno

Il treno delle vacanze: neanche credevo esistesse più. Due giorni fa mi ci son ritrovato sopra perché non mi andava di guidare, ma di sonnecchiare al dondolio del vagone, facendomi di ricordi. C'erano più villeggianti di quanto pensassi, famiglie intere, una signora in abiti aderenti che sgranava un rosario, un prete giovane che non le ha tolto un istante gli occhi di dosso, un cane che guidava i passi combattivi di un cieco, un uomo misterioso in giacca e cravatta, pantaloni lunghi e scarpe di vernice, a dispetto del caldo importante. E poi c'era lei, che è salita per ultima, sola e smarrita, con in mano una borsa di maglia dentro cui si intuivano un cellulare, un pacchetto di Gauloises, uno di assorbenti, una bottiglia d'acqua e un cambio di biancheria intima. Andavamo tutti al mare, chi per qualche giorno, chi come me per poche ore, tutti apparentemente in credito con la buona sorte, tutti in forma, a parte un paio di adolescenti forse in sovrappeso. La ragazza con la bo

L'eretico

Facciamo così, facciamo che vi vengo incontro perché temo che abbiate sbagliato strada. Facciamo che esco fuori dal cancello e mi piazzo in mezzo all'incrocio, almeno mi vedete e non andate girando fino a stasera come fantasmi matti. Oggi sono tornato quassù, dove stemmo tutti assieme un milione di volte, chiassosi e più giovani di quanto la morte avrebbe reso alcuni di noi perché quando si muore si è vecchi più che in qualsiasi epoca della vita. Ricordate Pietro che ogni tanto mi umiliava? Spero di sì, siete saliti per questo, per testimoniare. Ricordo che dopo una delle sue esibizioni mi chiese scusa ma non in pubblico, cioè sullo stesso palco dove mi aveva strapazzato, ma a quattr'occhi. Meglio di niente, pensai all'epoca. Dei libri che ho letto - non li avessi mai letti! - ho imparato che tutto è sangue, guerra e competizione. Così con mio padre: è stato tutto sangue, guerra e competizione. Perciò adesso quella ostilità va redenta, e scriverne è il solo modo che conosco

Rimini

Lei trova che io sia vecchia? - mi domanda una signora vecchia oltre ogni ragionevole dubbio mentre siamo tutti e due in fila al buffet dell'Hotel Airone, a Rimini: è il 12 luglio del 2023. Sono in vacanza da ventiquattr'ore e già fanciulle d'altri tempi mi abbordano sfacciate, a dentiere schioccanti. Ma a dirla tutta, in questo tre stelle (cui almeno una stella è stata concessa con generosità), di spunti narrativi ce ne sono ben altri, e di maggiore consistenza. Per esempio c'è la madre che accudisce il figlio tetraplegico conficcato sulla sedia a rotelle. Il dio dei romanzieri mi concede la grazia di ascoltarne la storia, mentre tutta la comitiva è in giardino in attesa della cena. Io fingo di leggere Zorba il greco e appizzo le orecchie: la madre la racconta a voce alta a gente conosciuta un'ora prima, per quell'insopprimibile istinto di ritrarre il dolore facendone vanto che nella condizione in cui quella donna si trova più che un'immodestia è un modo p

Sogni del tempo immobile

La notte perversa ha un compagno di forca che si porta dietro ogni volta che può, come un amico sobrio da far guidare quando sei ubriaco: è il signor Spavento, lugubre fantasma dalle dita ossute. Con l'arte che si ritrova, il signor Spavento si infila nella fessura tra il sonno a riva e il primo risveglio, quella che s'apre dieci minuti dopo che mi sono addormentato, e lì s'acquartiera con le sue truppe maledette. Una volta suggerisce il sospetto d'una malattia - sai quel dolorino leggero che non smette? - un'altra il fallimento di tutti i sogni, un'altra ancora la crudeltà degli anni che scappano e l'errore più grande che posso commettere: corrergli accanto, così da stare al passo con loro. Di notte le paure prendono coraggio perché non c'è nessun gesto che le combatta e la vita si mostra per quella che molti temono sia: un'insensata speranza. Eppure. Eppure io so che esistono un tempo che non posso controllare - un tempo esteriore, che ogni giorno