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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

I cestini delle bici

Tutti quelli che amano, tutti quelli che resistono, tutti quelli che detestano i talk show, tutti quelli che schivano le scorciatoie, tutti quelli con la schiena dritta: per cominciare bastano loro. Tutti assieme dovrebbero fondare un club, e anch'io - al contrario di Groucho Marx - vorrei farne parte. Perché spero d'avere almeno una volta amato, in tre o quattro frangenti resistito, e che la repulsione dei talk show mi accompagni per gran tempo ancora. Quanto alle scorciatoie, giuro che per decenza le ho evitate, pur quando m'han detto che convenivano, che facevo prima. Ma a me piace il viaggio se va per le lunghe, la divaganza, e allora così ho scelto. Mal te ne incoglierà - mi pronosticò una volta una tipa pratica della vita. Faceva la talent scout di imbroglioni - come se in giro non ce ne fossero già troppi ne allevava in quantità, tipo le trote nei vivai  - e a sentir lei avrei dovuto genuflettermi a un tal assessore per un impiego da portaborse. Via, me ne scappa

Raccontare la speranza

Sapete quegli amici che si incontrano ogni tanto, che non ricordi il volto, vaghi, indefiniti, e non capisci se il tempo che è passato li ha risparmiati, o ha infierito? Ecco, oggi ho ritrovato uno di loro. A sua volta, ha fatto fatica a riconoscermi, Non perché sei cambiato così tanto - ha detto - ma perché i miei occhi si sono sciupati, a furia di guardare. Cos'hai guardato di così accecante? , gli ho chiesto sciocco, e lui Mia moglie. Ma è andata via: con un uomo cui vuol bene più che a me . Lì avrei voluto, con una scusa in saldo, una bugia pescata su Amazon, scappare, scomparire, o esser morto da un mese e aver reso inconsolabile chi mi ama sui manifesti, o volato in Argentina assieme gli italiani che laggiù han piantato radici, e adesso i figli parlano con le consonanti blese, come Javier Zanetti. Ma lui non se n'è offeso, e ha insistito per pagarmi il caffè. C'è un bistrot in via Armellini dove vendono anche il pane - che razza di locale eccentrico - e si presta

Rizoartrosi

Stamattina a scuola raccontavo la differenza tra il viaggio di Ulisse e quello di Enea e ho specificato che non è solo letteratura ma che tutti facciamo gli stessi viaggi di quei due un sacco di volte nella vita. Okay, a voi che siete giovani è toccato di meno, ma vi capiterà, e allora mi darete ragione - ho aggiunto. Dopo, per la strada, già che organizzavo mentalmente pranzo e cena per la creatura, ho camminato nella mia testa matta fino a qualche giorno fa - venerdì l'altro - che tornavo a casa proprio come Ulisse veleggia (con estrema calma e divagando) verso Itaca, mentre l'andata era uguale alla fuga di Enea che salta in braccio all'ignoto. Rientravo da Perugia, dove un chirurgo frettoloso, senza neanche sedersi, aveva diagnosticato che la ciste all'altezza del mio polso sinistro - la cui natura temevo più del parmigiano sugli spaghetti alle vongole - è in realtà rizoartrosi. Alleluja. Un guaio che capita agli scrittori - poi dice che uno non si vanta - e ai m

Due ragazze

Sono triste. E stavolta è una tristezza improvvisa: strano, di solito sale lentamente. Arriva ed è un colpo di pistola dritto al petto, è la tristezza di chi amo, mi annuvola perché non so come combatterla, non ne so l'origine e non c'è contraerea che tenga: mi è più facile tener testa alla mia. Così esco, lascio l'ultima storia a metà - che la scriva la penna, se ne è capace - e i lavori domestici inconclusi: quando torno farò come Topolino coi mastelli fatati - senza allagare tutto, però. Esco e vado a braccio, come talora quando parlo in pubblico, lascio che la strada la scelga il caso, già che il vento gelato mi strina le ossa. C'è una mostra di foto in una caffetteria: scorci di città, spigoli di palazzo, comignoli addosso al cielo. E c'è un'orchestrina, sull'ancia d'asfalto di un vicolo, che suona quel pezzo - Lunedì cinema - che Lucio cantava col suo gramelot bolognese: dio lo benedica, che genio che era. A un dato momento mi viene fame ma nel