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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Cantare il dolore

Una sera di due anni fa, sulla spiaggia di Cattolica, un ambulante peruviano volle vendermi a tutti i costi una terracotta raffigurante Xilacutli, una divinità minore degli Incas. La fattura è moderna - disse -  ma il simbolo che questa figura di donna rappresenta è universal e. Io non l'avevo mai sentita nominare ed ebbi il sospetto che se la fosse inventata lì per lì. Tuttavia il ragazzo aveva modi garbati, e poi uno che è tanto lontano da casa va sempre rispettato e ascoltato. Così per dieci euro comprai la statuetta e lui mi raccontò la storia. Pare che Xilacutli fosse una giovane vedova e che a un certo punto il suo unico figlio si fosse ammalato gravemente. Lei tentò di farlo curare ma non aveva denaro e il medico del villaggio le rifiutò il suo aiuto. L'ansia di Xilacutli divenne disperazione, stavano lei e il bambino nella casa spoglia, sdraiati su un letto di foglie di mais. Finché un giorno alla sua porta si presentò un arciere ben vestito, con monili d'oro al co

Curiosità

Da vent'anni tutti i giorni che dio manda in terra copro lo stesso tragitto per andare in radio. In realtà solo l'ultimo tratto è uguale perché son partito spesso da posti differenti, tant'è che se mi chiedessero che faccio di mestiere direi: il traslocatore. Parcheggio dove trovo, ma se posso scegliere la strada è via Lungonera quella che preferisco. C'è un negozio di elettrodomestici che in vetrina ha sempre degli aggeggi eccentrici: un frigorifero rosa, un tostapane azzurro che sembra un'astronave, una lavatrice con l'oblò gigantesco, ispirato - chissà - al Nautilus del capitano Nemo. Da lì mi incammino per una salitella che a un certo punto si stringe e se arriva una macchina devo spalmarmi al muro, sfiorando la porta di una sartoria artigianale dove una volta comprai a peso d'oro una camicia, la più bella che ho mai indossato. Appresso c'è un kebab che già di prima mattina diffonde per la strada musica araba e odore di carne sfrigolante. Se putacaso

Flok!

Quando io avevo nove anni l'America non era ancora una nazione. I coloni combattevano contro gli inglesi, assaltavano i brigantini di sua maestà, tendevano imboscate nella foresta. Nella stanza di passaggio che fu camera mia per qualche tempo i colpi di cannone scuotevano le pareti, i fucili Pennsylvania - trappole dal colpo singolo - facevano Pam! e dopo ci voleva un sacco di tempo per ricaricarli, e dalla tua sveltezza passava la differenza tra la vita e la morte. Sulle rive del lago Ontario un ragazzo col cappello di pelliccia aveva arruolato un manipolo di contadini e bottegai formando l'esercito dei lupi. I lupi dell'Ontario, per l'appunto. Le loro avventure le portava a casa una volta al mese Gastone. Lavorava a Roma, alle Assicurazioni Generali. Come usciva dall'ufficio, in attesa del treno gironzolava per la stazione Termini e gli occhi gli cadevano sulle copertine a colori delle edicole. Il Comandante Mark - il ragazzo dal cappello di pelo - un giorno lo i

L'entusiasmo

Se tutto va secondo i piani, nel weekend riempio una sacca di film e comincio il trasloco d'inverno. Porto cioé una buona scorta di dvd nelle dolci grinfie della casa in campagna e lì, da novembre in poi, accendo le luci del mio cinema personale. Mi siederò in sala di tanto in tanto, saltando una settimana o due se i contrattempi saranno più urgenti del piacere e il lavoro sarà fitto e esaltante, come spero, e le rimpatriate coi vecchi amici meno rade di ora. Il sabato sera, per una ventina di sabati cupi e brumosi, non ci sarò per nessuno, eccezion fatta per i protagonisti di pellicole vecchie e sgranate. Le ho comprate durante l'estate, alcune. Nelle ceste dei supermercati trovo capolavori che costano meno del salmone e sono assai più saporiti. E senza additivi. Una poltrona reclinabile, un sacchetto di patatine al lime e pepe rosa e un goccio di vodka alle prugne è tutto quel che mi occorre. Alla fine della proiezione mi infilo a letto e mi godo la notte lamentosa, che soffi

La palestra cattolica

Incontro un'amica di vecchia data e la trovo in gran forma. Ha preso graziosamente quei chili che le mancavano, è ringiovanita, allegra (e me la ricordavo un po' musona) e parla con un tono di voce più soddisfatto. Io non ho mai messo piede in palestra, ma mi viene da chiederle se lei invece la frequenta, visto il fisico che si ritrova. Per tutta risposta mi fa Se hai tempo ti racconto una storia , e io a un invito del genere non so resistere. Sposto mentalmente in avanti i miei impegni, come si fa con l'orologio quando arriva l'ora legale, troviamo un caffè all'aperto e una volta al tavolo le dico Sono tutto orecchi . Per cominciare mi confessa che ha perso il lavoro: già era precario e la pandemia ha dato il colpo di grazia. Poi che è in rotta con suo marito, dopo vent'anni di matrimonio. La spesa la fa dove costa meno: A scapito della qualità di quel che mangio , ammette. Tuttavia ti trovo alla grande , riesco a dire, e lei, fieramente, Ho avuto giorni peggio

Destinazione e destino

Il Dakota Building a New York è un austero palazzo dalla fama sinistra. Nel 1967 Roman Polansky ci girò Rosemary's baby , film che forse scatenò due anni dopo il massacro di Cielo Drive. E nel 1980 sulla sua soglia ammazzarono a colpi di rivoltella John Lennon. Ma pare che questi siano solo i due eventi più famosi e che altri fatti inquietanti e non del tutto spiegabili razionalmente si siano verificati nelle sue stanze. Ora, che ci crediate o no a queste stranezze poco importa. Quel che volevo raccontarvi è che io il palazzo me lo sono sognato. Poco fa, durante il pisolino pomeridiano. C'era dio, nella hall, che mi accoglieva come fossi un nuovo affittuario. Come so che era lui? Sul cartellino attaccato alla giubba c'era scritto God. Questo perché desidero mettere subito le cose in chiaro - ha spiegato. Avevo con me solo un piccolo trolley, una piantina di Central Park e un fantastico stordimento da jet lag. Lei sa che una volta arrivato qui deve fare una scelta - mi dis

Il tempo del chissà

La casa che tanti conoscono pur senza esserci mai entrati ha fama di casa abitata anche quando non c'è nessuno. Ci si arriva lavorando di servosterzo, scalando sui tornanti, tirando la seconda finché il motore non guaisce e la salita spiana davanti a un campo, un tratto di bosco rotondo come un anello e una cancellata. Lì c'è Itieli, lì c'è il buen retiro che io racconto da anni ai generosi: coloro che di leggermi non sono ancora stufi. Immagino che ve la figuriate, dopo tutte le sciocchezze che ho scritto, e non è escluso che uno di questi giorni apra le sue porte e ci organizzi una maxi festa. Nel frattempo ci salgo da solo, verso sera, a contare le stelle dalla radura e a rifornire la dispensa. Barattolame, olio extravergine, spaghetti, marmellate, frutta secca, biscotti e caffè: ho quanto basta per affrontare un'improvvisa nevicata, o la tentazione del non ritorno, che mi confinerebbe qui per il tempo del chissà. Apro i battenti sulla notte, che in collina arriva pr