Oggi ho guardato i miei peccati. Erano tutti in casa, come per una rimpatriata, e ho potuto contarli, ricordare il gusto che provai a commetterli, e il lieve senso di colpa che seguì a ognuno di loro. Hanno tutti un aspetto differente, non ce n'è uno uguale all'altro: il primo è alto e beffardo; un altro piccolino e pingue; un terzo secco come un ramo d'inverno. Li amo tutti, li porto nel cuore, non dovrei ma è così. Ho combattuto le tentazioni che li hanno provocati, ma poco, mi sono lasciato convincere facilmente: quel che promettevano era sempre troppo dolce per non soccombere. E i pentimenti erano appunto leggeri, e recavano in dono una deplorevole euforia che mi spingeva a ignorarli e a continuare il vizio. Che poi: il vizio. Non ho fatto politica, non ho diretto un'azienda - che male posso aver mai compiuto? Ho giocato il destino, quello sì, che mi suggeriva una quiete di vivere insopportata, vagamente funebre. Così di tanto in tanto ho viaggiato fino ai confini d...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.