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Io e Red

Questo libro piacerà a quelli che amano i Pooh. E piacerà anche a quelli che non li amano, i quali potranno trovarci roba di un qualche valore universale: sentimenti, amicizia, onestà, tante cose non proprio trascurabili, direi. Ma non la storia del gruppo: se cercate quella, cambiate strada, ci sono volumi ben fatti con tante foto che la raccontano. Qui c'è la storia di un uomo che solo per inciso (già, per inciso: si parla di un musicista) è anche il bassista della band più famosa d'Italia. Una storia che comincia nella campagna trevigiana del secondo dopoguerra e arriva a oggi seguendo un filo di ricordi, racconti, gag (sì, perfino quelle), incontri, scelte esistenziali, destino. Red Canzian ha venduto coi suoi tre colleghi 50 milioni di dischi e non se la tira. C'è chi lo fa avendone venduti molti di meno. Ma a parte questo, Red è un bel ragazzo sessantenne che ha avuto molta fortuna nella vita - tutta meritata -  qualche dolore, come chiunque, parecchia tenacia e un ottimo talento. Per questo la sua storia può essere il prototipo della storia di tutti coloro che (artisti e no) possono guardarsi allo specchio senza vergogna. Parla di coscienza dei propri limiti, Red, ma anche di consapevolezza delle capacità; ricorda con una lettera struggente Lucio Dalla, che lo chiamava Reddino e lo considerava un fratello minore. E interseca parecchie altre vite e coincidenze. Ne vien fuori l'idea di una vita costruita come lui ha voluto, è questo il senso più bello del libro, la musica come mestiere e non come lavoro, che a pensarci bene è una cosa magnifica. E la capacità di agganciare  i sogni ad un canto, come dicevano insieme i quattro in una vecchia canzone. Il calicanto, fiore, aspro, selvatico e tenace che nel suo nome ha il senso dell'arte di Red,  è il simbolo più azzeccato di una vita che nel privato è uguale a quella pubblica: coerente, seria e felice. Perché è sempre così quando vivi delle cose che ami.

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