Una ragazza mai vista mi si infila in macchina mentre sono fermo al semaforo. Mi dice Non spaventarti, non sono una malintenzionata, ho solo bisogno di uno strappo. In quel momento il semaforo torna verde, non mi metto a protestare, agisco d'istinto, ingrano la prima e parto. Fino all'incrocio successivo non diciamo una parola, io sono in realtà un tantino scosso, lei è tranquilla come se quegli abbordaggi li compisse ogni giorno, e fossero una specie di tecnica per scaricare lo stress. La direzione è quella giusta? - riesco finalmente a chiederle. Caro mio, io vado da sempre dove vai tu - mi risponde. Le luci della città cominciano ad accendersi, è quasi notte, un'ora fa ha piovuto con una certa convinzione, ho le gomme lisce, devo andare piano o rischiamo di slittare, sull'asfalto unto. La guardo un paio di volte, voltando la testa verso di lei: adesso mi sembra di conoscerla ma non saprei dire dove l'ho già vista. Lei guarda avanti, gli occhi sulla strada senza n...
C'è stato un tempo, ormai morto, in cui la famiglia allargata si radunava la domenica per il pranzo solenne e per le partite di pallone . Non tutte le settimane, ma se capitava che a qualcuno venisse l'idea, si facevano le cose per bene. Vi racconto come. Allora, non si poteva cominciare a mangiare più tardi dell'una perché altrimenti non ci sarebbe stato il tempo per il liquore e per digerire almeno la lasagna, anzi che ci fosse il calcio d'inizio . Alle tre la tavola doveva essere sgombra, a parte i dolcetti che venivano lasciati per chi si fosse fatto goloso tra il primo e il secondo tempo. Le donne di casa erano onorate di fiori e promesse di pomeriggi al cinema , in cambio del menù che avevano preparato, e naturalmente gli uomini lavavano i piatti e rigovernavano il disordine. La stanza del camino, da sempre detta misteriosamente cucina vecchia , che in realtà cucina non era mai stata, era la nostra tribuna Monte Mario . Si schieravano le poltrone a semicerchi...