Ho sognato che cambiavo la forma delle cose solo passandoci accanto. Uscivo per la strada, tornavo a casa dal cinema, camminavo per i sentieri di campagna più selvatici e le cose si modificavano, impercettibilmente o in modo più chiaro, e dopo non erano più quelle di prima. Il rosone di santa Restituta, davanti al mercato comunale, s'aggraziava, assumendo la forma ovale del ventre materno; sulla porta di casa dei vicini s'apriva una seconda tagliola sotto a quella che c'è sempre stata, più grossa e profonda, per la corrispondenza d'amore; il fontanile alla sterrata degli aceri aveva una vasca in più, e tutti quelli che amano fotografare i ruderi si sarebbero chiesti com'era stato possibile, dal giorno alla notte. Non era un potere che mi ero cercato, accadeva, come accade una malattia o una felicità. Ci prendevo gusto, a quel punto, e mi esercitavo a controllare quella facoltà stramba perché alcune cose mi piaceva lasciarle come sono, e soltanto quel che era sgrazia...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.