Ragazza, prima che tu svanisca dalla memoria lasciati raccontare. C'eri come tutte le cose mie più belle, senza che io ti abbia cercato, sono sceso a sistemare una coperta ed erì lì, alle tre del mattino. Sai come sono i sogni, ingannatori, e invece tu sembravi appena tornata da un viaggio, col fiato dolce, ore di sonno da recuperare e il freddo sulle guance. Tutto quello che ho scritto sull'amore non è vero, tutto quello che è successo un tempo è inerte; per quel poco che ne so, che ho capito, l'amore è oggi, adesso, in questo preciso istante: i rimpianti di ieri, le costruzioni di felicità per domani, valgono zero. Per cui stanotte eri amore, e naturalmente ora non lo sei già più, hai voluto che ti scaldassi le gambe con le mani e rimanere in piedi per un po', e che io stessi seduto sulla sponda, con la faccia in mezzo al seno, e te che la accarezzavi, come per rassicurarmi. Non sei nessuna ragazza che conosco, nessuna donna, sei nuova, immeritata e eterna, come la notte. Io la notte non vivo su questa terra, viaggio per l'universo, forse ti ho trovata in una stanza che alla mia somiglia soltanto ma è un'altra, e tu eri già lì, sul pianeta dove gli uomini implorano consolazione. Hai voluto che ti poggiassi le mani sulle natiche, mi hai tenuto la testa come una madre, e quel frangente era insieme passione e tenerezza, che avevo dimenticato potessero andar tanto d'accordo. Prima di svegliarmi ti ho confessato che ho paura di invecchiare, perché ho paura che la vecchiaia spenga la mia irrequietezza, motore della scrittura. E che sono grato a tutte le ragazze soltanto sognate, come te, perché i romanzi si scrivono su di voi, belle che siete, non sulle storie insignificanti che vivo.
Valerio, avevi ragione, dovevo lasciar andare. Ti ricordi che ne parlavamo? Io trattenevo, aggiustavo, incollavo. Tu dicevi "Sei stato bene con quella ragazza? Basta, non cercarla, non chiamarla". Oppure "Ti manca tuo padre, ne hai nostalgia? No, non darle retta, via, è finita". Dicevi che dovevo conservare la memoria ma senza ogni volta inseguire il passato: io ho sempre pensato che le due cose fossero inseparabili, mi hai aperto gli occhi. Così faccio con le case che ho abitato: non le guardo più le fotografie, che si secchino pure dentro gli armadi. Lasciar correre, lasciare indietro. Un suggerimento sensato, così facendo uno mette a posto il disordine delle stanze, ma si vive meglio in un ambiente in cui tutto è dove deve stare? A questa obiezione facevi spallucce, una finta di corpo - come quando giocavi mezz'ala e io al centro dell'area aspettavo il tuo cross per segnare - e uscivi dal bar. Forse pensavi Che testa di cazzo , ma con tenerezza, perché ma...
Commenti
Posta un commento
Grazie per aver commentato il mio post