Ho passato il compleanno al mare da solo, quindi in buona compagnia. Ci sono andato nonostante il tempo brutto, i tentativi di dissuadermi di mia madre, la batteria ansimante, la diretta da scrivere per lunedì. Ci sono andato perché il mare cura il corpo e rassoda l'anima, preda di cento temporali. Ho viaggiato con la radio accesa, che cambiava frequenze a ogni città, sovrapponeva voci e canzoni, scariche elettriche e pubblicità ingannevoli, fino a che, a una svolta di Tuscia, quando le colline basse lasciano spazio al blu del Tirreno, una radio di Tarquinia raccontava il ritorno feroce in Germania dell'estrema destra. Quella notizia mi ha rovinato un po' i piani, che erano di disimpegno e scritture leggere, ma era nell'aria: il male assoluto non muore mai. Al ristorante, mentre aspettavo un piatto di gamberi e il cameriere voleva a tutti i costi portarmi del vino, ho maledetto i fascisti di casa nostra, e quanti negano il pericolo. Non solo il saluto romano nelle piazze, non solo i social che danno voce a razzisti e altre bestie facinorose ma i giornali che istigano all'odio ed esistono soltanto per scrivere ciò che razzisti e bestie facinorose vogliono sentirsi raccontare. C'è una serie tv che racconta Mussolini, è tratta da un romanzo piuttosto impegnativo di Scurati. Il duce lo fa Luca Marinelli, e lo fa in modo mimetico e inquietante. Ho visto le prime due puntate, è grottesco e terribilmente reale, spero lo vedano gli alfieri del libero pensiero, quelli che reclamano che l'indipendenza delle opinioni è una cosa sacra. Sono quelli che non si perdono un editoriale di Francesco Borgonovo e poi e lo postano su Facebook perché è scritto semplice, lo han capito anche loro, ed è un gesto che sa tanto di resistenza reazionaria, a dispetto del paradosso. E sono anche quelli che credono ciecamente a Fabio Duranti, di Radio Radio, e ad altri maestri del ragionamento alternativo. Il guaio è che le cose non sono così semplici, non basta dire che è tutto un imbroglio. Il guaio è che il libero pensiero si forma sui libri, che tanti contestano perché pieni della dottrina omologante e quindi non li leggono. E poi si forma nella pace, nella fratellanza, nella solidarietà universale, che per milioni di individui sono parole vuote, fastidiose. Ed è nemico, il libero pensiero, dell'individualismo, del complottismo, della scienza sospettata di sterminio, dell'ignoranza esibita come un vanto, che è quanto di più fascista ci sia in circolazione. Il libero pensiero si costruisce sulla realtà, che in tanti negano per costruirsene un'altra fantasiosa, ridicola, appesa al nulla. Un paradosso che giustifica l'abominio strisciante il cui ritorno, anche in questa giornata di mare che da un sacco di tempo volevo regalarmi, non posso fare a meno di temere come la peggiore delle disgrazie.
C'è una murata di scogli a cento metri dalla riva, mia figlia arrivava fin là. Più al largo non si tocca e a turno io e mia moglie le facevamo la guardia, dritti sul bagnasciuga, rischiando l'insolazione. Ciononostante ogni tanto spariva tra quelle onde docili, pochi attimi, per poi riapparire in qualche tratto più vicino alla spiaggia. Troppo tardi, a me era già venuto un infarto. Meno apprensiva mia moglie: forse già sapeva che in capo a tre anni ci avrebbe lasciati soli e voleva mostrarmi come gestire razionalmente il panico di una figlia in mare aperto. In senso letterale e metaforico. Era il 2009 e dopo sedici anni sono tornato qui, ma l'albergo dove soggiornammo inquieti e preda di una felicità a breve termine l'ho solo sfiorato: ho preso una camera nell'albergo accanto dalla cui finestra, guarda tu il caso, si intravede la camera di allora, un suo spiraglio almeno. Perché l'ho fatto? Perché non sono mai riuscito a maledire il passato, provo anzi una sort...
Commenti
Posta un commento
Grazie per aver commentato il mio post