L'estate scorsa sul lungomare di Livorno ho visto un uomo che prendeva a calci un cane. L'ho visto da lontano, mi sono avvicinato e non ho avuto il coraggio di dirgli niente. Invece, sono sceso in spiaggia sotto il sole che urlava, dopo aver fotografato la bandiera al vento di Giorgio Caproni e tentato di recuperare dalla memoria uno qualsiasi dei suoi versi, per scacciare la vergogna: Se non dovessi tornare/ sappiate che non sono mai partito... E poi? E poi come faceva? Allo stabilimento ho noleggiato un ombrellone e una sdraio, avevo appresso un vecchio libro di Sepulveda e per quanto fosse leggero non capivo quel che voleva raccontarmi: la testa era altrove, alla violenza vana, alla mia pusillanimità. In mezz'ora arrivò la ragazza che aspettavo, andammo a cena: un ristorante tra le dune, un piatto di gamberi, una bottiglia di vin dolce; flirtammo a tavola e poi al porticciolo, con la luna che sopra le onde sembrava quella dei film di Melies. La mattina successiva, in al...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.