Quando ad Ale cadevano i capelli a ciuffi, e ci tenevano nascosti i bollettini medici, e dopo che se ne fu andata: quando il giovedì avevo già bruciato la settimana e appuntamenti non ne prendevo più, e Susi era da Rita e Pietro, e sotto le finestre di via Patrizi passavano fatui i fidanzati, allora, in quell'inferno, nel girone dei disperati che mi avevano destinato, ho preso a curarmi, ma sistematicamente, ho cominciato a prescrivermi dosi massicce di farmaci salvavita, e ho provato così forte la tentazione di morire che sono sopravvissuto. Sono diventato l'oculista, il cardiologo, l'epatologo, l'ortopedico di me stesso. E lo psicologo. Ho intuito cosa mi faceva bene - perfino per il tramite della tristezza, come un ambasciatore torvo che porti una bella notizia, - cosa mi aguzzava la vista, cosa mi regolava il cuore, cosa mi sfiammava il fegato, cosa mi aggiustava le ossa, cosa mi ricuciva l'anima. E così sfebbrai, ripresi a camminare per le città, solo ma c...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.