La dolcezza delle sere settembrine, a mezzanotte, sulla spiaggia di Favignana, tra le onde luminose che ci pungevano i piedi: non credo di aver vissuto mai una felicità paragonabile a quella. In cento altre occasioni sono stato felice ma la profondità del sentimento alcune volte era meno un abisso, e invece nelle Egadi non se ne vedeva il fondo. Lì dimenticai gli acciacchi, la mia ipocondria, scordai che siamo preda del mercato, che qualcuno talora si fa beffe di noi e giurai solennemente che la vita mi piaceva. Lo giurai a una ragazza dagli occhi tristi e la bellezza manifesta, che giocava la sua indipendenza dentro una vacanza solitaria, in barba all'ex marito e ai suoceri fascisti. Si chiamava Dorothy, teneva coperta gran parte del corpo con camiciole e gonne a campana, aveva denti candidi e si immergeva senza fare una piega in certi romanzi di complessità fatale che io neanche ho mai sfiorato. Io ero con un paio di amici che la notte la passavano a dormire e mi ritrovai, inson...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.