Irene mi disse se le prestavo la macchina, andava e tornava, ma non specificò dove. Avevamo ventidue anni, lei era rigorosa, fatta di quella bellezza non comune che impressiona gli uomini di gusti difficili, non svenevole, una ragazza dagli zigomi forti, a parer mio strepitosa. Ma non era una che potesse piacere a tutti. Le risposi che l'aspettavo sotto casa, c'era un giardino, una panchina, dovevo preparare Storia greca, ne avrei approfittato per studiare un po'. Quando arrivò si appoggiò col suo sedere tornito alla staccionata, mi restituì le chiavi e disse Grazie. Io le dissi Ti devo fare una proposta. Non è un po' troppo per avermi prestato per mezz'ora la macchina? - chiese dispettosa. Scema, non è quello. Ma in fondo ci sei andata vicino. Le rivelai che Ulisse era nei guai, guai di salute, ci rimase male. Andavamo in facoltà insieme, qualche volta, noi tre e altri che si aggregavano se gli girava. Il suo sangue ha qualcosa che non va, deve fare un trapianto di...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.