Si alzavano e cominciavano subito a litigare. Appena alzati, non esagero, neanche il tempo di far colazione. Si alzavano e cominciavano a rinfacciarsi a chiare note le rispettive mancanze, li ho sentiti tutte le mattine per quattro anni, il tempo che sono stato loro vicino di pianerottolo. Erano moglie e marito, sui cinquanta, benestanti, colti, senza figli, lei insegnante di filosofia, lui biologo. Litigavano con un apprezzabile senso della misura, non urlavano quasi mai e nello stesso tempo però non abbassavano di certo la voce: erano bravi a stare dentro al campo e a non superare le righe ma là in mezzo se le suonavano di santa ragione. Discutevano di cose importanti: la costruzione del futuro, il rispetto per l'intelligenza altrui, la pianificazione dei rapporti sessuali, e di fratelli e cognati che da una parte e dall'altra, per motivi che non approfondivano mai del tutto, li disprezzavano. Avevano cura delle parole, non le usavano a sproposito, erano battibecchi linguisti...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.