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Quei due

Si alzavano e cominciavano subito a litigare. Appena alzati, non esagero, neanche il tempo di far colazione. Si alzavano e cominciavano a rinfacciarsi a chiare note le rispettive mancanze, li ho sentiti tutte le mattine per quattro anni, il tempo che sono stato loro vicino di pianerottolo. Erano moglie e marito, sui cinquanta, benestanti, colti, senza figli, lei insegnante di filosofia, lui biologo. Litigavano con un apprezzabile senso della misura, non urlavano quasi mai e nello stesso tempo però non abbassavano di certo la voce: erano bravi a stare dentro al campo e a non superare le righe ma là in mezzo se le suonavano di santa ragione. Discutevano di cose importanti: la costruzione del futuro, il rispetto per l'intelligenza altrui, la pianificazione dei rapporti sessuali, e di fratelli e cognati che da una parte e dall'altra, per motivi che non approfondivano mai del tutto, li disprezzavano. Avevano cura delle parole, non le usavano a sproposito, erano battibecchi linguisticamente esatti, ognuno dei due usava il suo vocabolario: lei più volatile, astruso, speculativo, lui scientifico, talora provocatorio e sperimentale. Così facendo dal tramezzo sottile che divideva casa mia dalla loro io capivo tutto - scene e controscene, ragionamenti capillari e riepiloghi sommari - meglio che se l'avessi letto in un libro. Il guaio  è che se un estraneo li intuiva con ottima approssimazione, loro due parevano non comprendersi affatto e tutte le mattine, dalle sette alle sette e un quarto, prima di andare al lavoro e incredibilmente in nessun altro momento della giornata, replicarono infinite volte quello spettacolo, a tormento ed estasi delle mie orecchie. Sin dalle prime mattine di quello sfinimento, capii subito chi avesse più ragione e chi più torto, ma non lo dirò. Tutti e due, a quanto sentii, tentavano di modificare la realtà quel tanto che bastava per pretendere che il coniuge ammettesse la sconfitta. Incapaci di immaginare che se fossero venuti a chiederla a me, una interpretazione delle loro incomprensioni, avrei saputo vendergliene una tra le più attendibili.

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