A mezzanotte i musicisti escono dal locale per fumare e riprender fiato. Bevono disordinatamente mischiando birra, whisky e vino, parlano del concerto, sono lucidissimi, tireranno tardi mentre io casco dal sonno. Hanno appena finito di suonare, io e mia figlia di mangiare e starli a sentire: dio se son bravi. È la mia vita, questa frequentazione di artisti, il mio destino. Non riesco a star lontano dai posti dove si canta, si spacciano libri, si recita a soggetto: è talmente la mia vita che ne ho fatto un mestiere. Anzi: più d'uno. Vado a far la spesa grazie a De Gregori, cambio la batteria della macchina per buona grazia di Umberto Orsini, passo una settimana al mare per intercessione di Cardarelli. Mi pagano per parlarne in radio e per raccontarli in pubblico, e fortuna che mangio come un uccellino e prenoto sempre la mezza pensione, o il denaro non basterebbe. Ma tant'è, tutto questo trambusto somiglia alla felicità e la felicità è meglio di niente. È successo che un po'...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.