Le parole: chissà chi è stato il primo essere umano a pensare che si potessero cantare. Io credo si sia trattato di un genio fatto e finito, altro che storie. Pensateci: questo tipo aveva in una mano un alfabeto e nell'altra delle note, come un dolciaio che in due ciotole differenti tenesse crema d'uovo e alchermes, e gli venisse la sfrontatezza di mescolarli. Uguale, allo stesso modo. Per amor d'alchimia il pasticcere ha inventato la zuppa inglese, e quell'altro le canzoni. Eccoli, i benefattori dell'umanità. Ci ripensavo ieri, prima che l'affetto di amici e lettori sconosciuti - cui sarò debitore a vita: gli uni e gli altri - mi travolgesse contringendomi a improvvisare dediche strampalate sul libro che imprigiona, per liberarle dalla rete, certe memorie care di questo blog. E appunto la memoria ha corso nuovamente a stagioni lontane, dentro cui le canzoni che oggi mi fanno intenerire, e rallentare il passo se vado per i boschi con le cuffiette, dovevano an
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.