Certe sere mia madre tornava dalla tabaccheria e io l'aspettavo in finestra. Era bello aspettarla, d'inverno e d'estate. D'inverno perché stare dentro casa a guardar fuori la notte gelata mi dava un'emozione da assediato; d'estate perché la Flaminia era luminosa, la gente vestiva leggera e rideva salutandosi e se mi staccavo per un attimo dalla finestra giocavo a indovinare se quella voce era la sua o no. Leggevo tanto già allora, lei mi portava Tex e La Storia del West . Il dopocena allora prendeva una piega fantastica, solo in quei momenti ho desiderato che la mia vita non finisse mai e che fosse sempre come era. I sentimenti di quella stagione che a viverla sembrò interminabile e che ora è talmente lontana da parermi la vita di un altro mi ricompaiono adesso, come amici che fanno l'improvviso sulla porta di casa, dopo trent'anni di lontananza. Era un'epoca infelice, per lo più, eppure a guardarla ora fortunatissima. C'erano persone che mi am...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.