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Ho messo in circolo il mio amore

Guardo fuori dalla portafinestra, c'è una strada, cani che orinano sulle saracinesche dei garage, un sabato che l'anno alla fine e il freddo fanno inospitale, una donna stupida o cattiva (o tutt'e due) che ogni volta che parcheggia si prende due posti, due vecchi a passeggio che han dimenticato di morire. In piedi dentro il mio ingressoconangolocottura osservo non visto e riepilogo a memoria le cose fatte - non solo accadute, fatte perché ne ho avuto dominio - in questo stupefacente duemilaquattordici. A ogni ripiegamento occorre la sua musica, per cui scelgo Liga e Liga mette in circolo il suo amore, che poi è il mio perché uguale al mio vive di novità, inversioni di marcia, camere d'albergo dove lasciare il cuore, scoperte sbalorditive, come trovare fiori in un campo che credevi solo di ortiche. C'è un premio alla  fine dell'inferno, ma solo se ce la fai a farlo tutto senza prendere scorciatoie, senza stordirti di liquori e ansiolitici. Te, Franceschini, con tutti i tuoi difettacci, dio buono se te lo sei meritato! E rifaresti da capo tutto il viaggio - due anni di assedio alla già fioca voglia di vivere - se ti dicessero che è così che funziona per avere ciò che hai adesso.
Si chiama vivere quello che ho fatto fino a oggi e poi farò domani, e vorrei vantarmene un po'. Conosco certi che pur vivendo il doppio dei miei anni non sono mai nati e invece delle volte io mi sento il romanzo che vado cercando di scrivere, il terzo. La vita l'ho pagata fino all'ultima rata, con tutti i suoi giorni disumani. Ora è mia, l'ho riscattata, nessuna banca di dio può pignorarmela: ne faccio ciò che voglio e ciò che voglio è esattamente quel che ne sto facendo. Sbrigo meno cose di un tempo ma le sbrigo meglio. La prima è amare chi dico io, il resto viene a distanza. Insegno e aspetto la primavera, perché insegnare quando il giorno s'allunga e irrompe dalle vetrate è bellissimo: ciò che racconti ha il suo degno teatro di luce. E scrivo più essenziale e più profondo. O almeno ci provo. Sfrondo le righe come un albero di mele: resta -  nudo -  il ramo gravido. Infine - o per prima cosa, motore di ogni altra abitudine - inseguo ostinato la bellezza: le canzoni benedette, i film che mi hanno costruito quest'anima da sognatore.
Non ho fatto male a mettere in circolo quel poco amore che m'era restato, quel fondo di bottiglia. Non ho sbagliato a ostinarmi - contro ogni logica - a tenere la porta socchiusa. Per sprangarla c'è sempre tempo - devo essermi detto. E alla fine di ogni notte insonne dovevo pur sapere che tu da qualche parte, là fuori, c'eri davvero. E aspettavi me.

Liga live: Metti in circolo il tuo amore
https://www.youtube.com/watch?v=VOvB9zJi8HY




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