Lei disse Smettila di scrivere di me, lui disse Non scrivo di te, cosa te lo fa pensare? lei rispose Smettila di scrivere di me, smettila, smettila, lui allora disse Tutto questo è nella tua testa, te ne devi liberare, sei convinta che scriva di te e finirai per convincere anche me se non la smetti, lei disse Sei tu che devi smetterla, smetti di scrivere di me, non posso essere quella di cui scrivi, non posso, non posso, lui disse Non sei quella di cui scrivo perché non esiste nessuna di cui scrivo, lei disse Non è vero, lui disse Certo che è vero, non esiste nessuna di cui scrivo, non esiste, quella di cui scrivo è una fantasia, non una persona reale, lei disse Io non sono una fantasia, lui disse Ed è per questo che non sei quella di cui scrivo, lei disse Bugiardo, bugiardo, come tutti gli scrittori, lui disse Sì bugiardo, ma questa volta no, lei disse Vuoi farmi credere che non mi ami? lui disse Non voglio farti credere niente, non ho detto che non ti amo, lei disse Allora vedi che mi ami? lui disse Anche se fosse potrei amarti senza per forza scrivere di te, lei disse Stronzate, se mi ami devi scrivere di me, lui disse Non questa volta, lei disse E quando allora?, lui disse Scriverò di te quanto smetterai di credere che lo stia facendo, lei disse Che follia è questa? lui disse Così penserai che stia scrivendo di un'altra e mi lascerai in pace, lei disse Vuoi la pace? Non dovevi fare lo scrittore, lui disse Su questo ti do ragione, lei disse Chi sarà ques'altra di cui scriverai? lui disse Chi sarà chi? lei disse Quest'altra di cui scriverai, lui disse Sarai tu quando ti persuaderai che non scrivo di te, in modo che tu sia gelosa di te stessa, lei disse Sei contorto, perché vuoi che sia gelosa di me stessa? lui disse Perché potrei raccontarlo in un romanzo, lei disse Sciocco, matto, lui disse Può darsi, lei disse Non sono sicura che sarò io quella di cui scrivi quando mi persuaderò che non scrivi di me, lui disse E invece è così, che ti piaccia o no: gli scrittori sono ingovernabili. Lei disse, andandosene, Staremo a vedere.
C'è una murata di scogli a cento metri dalla riva, mia figlia arrivava fin là. Più al largo non si tocca e a turno io e mia moglie le facevamo la guardia, dritti sul bagnasciuga, rischiando l'insolazione. Ciononostante ogni tanto spariva tra quelle onde docili, pochi attimi, per poi riapparire in qualche tratto più vicino alla spiaggia. Troppo tardi, a me era già venuto un infarto. Meno apprensiva mia moglie: forse già sapeva che in capo a tre anni ci avrebbe lasciati soli e voleva mostrarmi come gestire razionalmente il panico di una figlia in mare aperto. In senso letterale e metaforico. Era il 2009 e dopo sedici anni sono tornato qui, ma l'albergo dove soggiornammo inquieti e preda di una felicità a breve termine l'ho solo sfiorato: ho preso una camera nell'albergo accanto dalla cui finestra, guarda tu il caso, si intravede la camera di allora, un suo spiraglio almeno. Perché l'ho fatto? Perché non sono mai riuscito a maledire il passato, provo anzi una sort...

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