C'è un bar in questa città di mare dove ho immaginato potrebbero venire per un chiarimento universale tutti i popoli del mondo. Mi ci sono fermato ieri, a leggere Tabucchi e a bere una coca, di ritorno da una sgambata in bici, e ad aspettare l'ora di cena. Ho chiesto alla ragazza del caffè se potevo prendere in prestito il giornale, e sfogliarlo dieci minuti all'ombra delle palme. C'erano tutte quelle cose orrende che ci sono sui giornali, e alle quali siamo abituati, è un'anestesia di pietà che ci toccherà scontare, in questo mondo o nell'altro. Ho immaginato che ebrei e palestinesi potrebbero venirci, in questa piazza, e sentire che buono che è il gelato che fa questa ragazza che somiglia a un'attrice di cui non ricordo il nome. Specie il torroncino, il torroncino coi suoi pezzetti di canditi e le mandorle di Noto è uno spettacolo. E potrebbero farci un salto, a patto che vengano disarmati, tutti i russi e tutti gli ucraini, c'è spazio, è un locale che...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.