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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

L'amore taciuto

Ecco chi sono: il ragazzo che è passato di qui trent'anni fa e che si rammarica per le pietre della porta medievale, al contrario di lui rimaste uguali, il cercatore di segni della propria esistenza terrena, l'indovino delle stagioni maligne, e oggi mi scopro innamorato. Eccomi un'altra volta impensierito d'amore, non mi succedeva dal ventesimo secolo, e la colpa è tua, ragazza volitiva dagli occhi belli, che nelle canzoni saresti quella che prende il cuore e non lo lascia più. L'amore taciuto, suggerito per vie traverse - come questa povera scrittura - è l'amore più appagante: non diventa mai niente più di un sogno e nei sogni fai e disfi le cose, e tutto ha il verso della felicità. Però quell'emozioncina a vederti, quello snuvolamento a pensarti, mi fanno bene e ringiovaniscono più del Dianazen, e al diavolo il biancospino. Davvero, chi se lo sarebbe mai aspettato, di tornare indietro nel tempo fino all'epoca del languore, di tutte quelle tenerezze ine

L'altro di me

Certe volte scompari, non negarlo, e quando succede io sono metà. Neanche la parte migliore, solo quella che pulisce il bagno, dorme, va dai medici, scongela la pizza, guarda la televisione. Scompari e non so dove vai, dove sei, magari un passo dietro di me, magari ti nascondi nella mia ombra, ti mimetizzi nei manifesti elettorali, ti squagli per terra come Amélie. Succede quando ti trascuro - o quando pensi che ti abbia trascurato - e così, come una fidanzata dell'adolescenza, me la fai pagare, mi inaridisci. Non c'è altro che possa fare se non aspettarti, quando fai così. Decidi tu quando tornare, sotto quale forma, al guinzaglio di quale capriccio, decidi tu, che tu sia benedetto. La mia vita ha senso solo con te, solo se stiamo insieme: lo sai e teneramente te ne approfitti. Sei la mia anima, l'idea che nasce tutta nuova, il volo, l'alternativa alla realtà. Sei la mia parte buona, un poco permalosa, umbratile, però mi sei necessario, oh se lo sei. Le mie stagioni va

Cecità

Ieri ho visto una ragazza cieca, a uno di quegli eventi di moda dove si mangia cibo per strada. Pioveva, avevano acceso le braci sotto ai tendoni, la gente faceva la fila con gli ombrelli, qualcuno si è dato per vinto, è andato via. Stava con un'amica - forse la sorella ma non si somigliavano - che l'ha guidata tra i tavoli finché non ne han trovato uno libero e si son messe a mangiare hamburger. A me ultimamente la carne non va e allora ho preso a guardarle. Così faccio, quando ho bisogno di una storia nuova, che mi ravvivi la fantasia come un mantice la fiamma sotto a quei manzi d'Argentina. Non sembrava che fosse in collera con dio; io al suo posto lo maledirei ogni giorno, e alla sera implorerei il suo perdono. Mangiava tranquilla, l'altra le porgeva ogni tanto il bicchiere di coca, ridevano perfino, raccontandosi certi amori impossibili che le rendevano felici, prive di desideri. L'amica sana sembrava condividere la stessa sorte: direi che si erano scelte, il c