Caro Giovanni, scusa se ti rispondo solo ora. Ho ricevuto la tua mail già da una settimana ma sono stati giorni pieni di cose, avvenimenti che ti racconterò un'altra volta, se vorrai. Mi preme adesso suggerirti una via d'uscita alle tue suppliche. Per cominciare dovresti smetterla di compiangerti. O perlomeno dovresti smetterla di compiangerti così tanto, perché la disistima toglie lucidità. E poi la mattina potresti alzarti un po' prima, lavarti scrupolosamente, infilare una camicia pulita e andare a comprare il giornale. Sì lo so che tu non leggi neanche le notizie in rete - di politica, di economia, di cultura, non te ne importa niente - ma comprare il giornale è un atto gentile. Parlo della gentilezza verso te stesso, di quel tempo che serve a imparare le facce del mondo. Già che ci sei passa in pasticceria, prendi un cannolo di ricotta e portalo a tua madre: se è una cosa che non hai mai fatto le parrà di avere un figlio che è impazzito, oppure un figlio nuovo di zecca, e in entrambi i casi ne sarà rincuorata. Poi c'è la faccenda dell'intelligenza: il cuore della tua mail. Dici di sentirti inadeguato, che tutto è incomprensibile. Sai, l'intelligenza è una lampadina, se il filamento è bruciato non si accende. Come dici? Chi ha bruciato il filamento? Ma la tv commerciale, il marketing, la borsa, tuo padre quando ti umilia, le parole come apericena e resilienza, parecchi degli artisti famosi, i post dei candidati alle elezioni, le giornate mondiali dedicate ogni giorno a una cosa differente, i fabbricanti di auto di grossa cilindrata. E questo solo come antipasto. Se l'intelligenza è in corto circuito puoi provare però a salvarti con la curiosità. Allora, siediti su una panchina di pietra, apri il quotidiano che hai comprato: è bugiardo, certo, c'è un editore che suggerisce ai giornalisti quel che devono raccontare. Ma non importa. Non importa perché qualunque articolo, anche il più maldestro, anche il più schierato, nasconde un fatto. Guarda: è arrivato un tuo amico, quando si dice il tempismo. Digli di starti a sentire. Leggi il pezzo, scopri il fatto che imprigiona. Dimentica subito tutta l'architettura della propaganda, buttala via come la pula dal grano. Resta concentrato su quel gesto umano: è una guerra? una trattativa per liberare gli ostaggi? un festival del cinema? un delitto efferato? la ricetta del Moscow Mule? Chiediti se ti piacerebbe compierlo anche a te. Immaginati soldato, negoziatore, montatore, criminologo, bartender. A quale di quei giochi ti parrebbe fantastico immolare la vita? E poi fallo, resuscita, esci dal torpore, costruisci il percorso e seguilo fino in fondo. Giovanni, il guaio di questi tempi è l'apatia, c'è una gioventù che non regge il sogno come io non reggo il vino, e perciò reagisce negandolo. Ma a consumar sogni restando sobrio sono un fuoriclasse, e se ti servisse qualche dritta in più sull'argomento non farti scrupolo a chiamarmi.
C'è una murata di scogli a cento metri dalla riva, mia figlia arrivava fin là. Più al largo non si tocca e a turno io e mia moglie le facevamo la guardia, dritti sul bagnasciuga, rischiando l'insolazione. Ciononostante ogni tanto spariva tra quelle onde docili, pochi attimi, per poi riapparire in qualche tratto più vicino alla spiaggia. Troppo tardi, a me era già venuto un infarto. Meno apprensiva mia moglie: forse già sapeva che in capo a tre anni ci avrebbe lasciati soli e voleva mostrarmi come gestire razionalmente il panico di una figlia in mare aperto. In senso letterale e metaforico. Era il 2009 e dopo sedici anni sono tornato qui, ma l'albergo dove soggiornammo inquieti e preda di una felicità a breve termine l'ho solo sfiorato: ho preso una camera nell'albergo accanto dalla cui finestra, guarda tu il caso, si intravede la camera di allora, un suo spiraglio almeno. Perché l'ho fatto? Perché non sono mai riuscito a maledire il passato, provo anzi una sort...
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