Capita ancora che qualche amico, in una terrazza a picco sul mare, o uno sconosciuto, a un festival estivo in un paese di tufo, mi chieda perché pur non godendo di grande notorietà continui a scrivere con tanta ostinazione. Badate, non è quasi mai una domanda maligna, una provocazione. Al contrario è una specie di elogio tutto sghembo: per le mie narrazioni, che i più giudicano saporite, e per me medesimo, che in quelle narrazioni dimostrerei - a giudizio dei miei cinquanta lettori - una certa faticata coerenza. Tutto quello che ho scritto in questi anni - i quattro romanzi, i tre libri di racconti, il manuale di scrittura, i seicento e passa post di questo blog - sembra a chi mi legge con attenzione legato assieme dalla stessa poetica, a cui, pur stenta e tribolata, resto incrollabilmente fedele, come a una donna dagli occhi accesi un uomo innamorato. Ecco perché rispondo sempre che scriverò finché farlo mi darà sollievo, mi carezzerà come fece il vento dell'Egeo quella volta che ...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.