Quando io partirò, resterà tutto tranne me. Sarà come andare in ferie senza bagaglio, ma con addosso il vestito migliore, come svuotare le tasche dagli spiccioli sapendo che non comprerò più il giornale. Tutti quegli oggetti che ho accumulato, tutte le migliaia di acquisti che m'hanno impoverito e reso felice, resteranno qui e io sarò altrove, e così le porte medievali della mia città, sotto le quali passeranno auto e gazzelle della polizia, scooter truccati e ragazzini a piedi, in cerca di un campo di pallone libero dal wifi. Sono innamorato delle cose che possiedo e m'innamoro delle cose che vedo nelle vetrine, di certi secchielli per tuffare i fiori che vendono a sconto, azzurri e così graziosi che arrederebbero perfino casa mia, e ogni volta che ci passo davanti ci faccio un pensierino e poi desisto. E mi tentano quei giradischi vintage con la scocca e il contrappeso cromati che nei mercatini di quartiere danno via a una fortuna, da soli o assieme agli album dei Bee Gees, quando esco in cerca di anelli, orecchini per i miei lobi e bracciali d'artista. E le città? Esisteranno ancora, le città, dopo di me? Certo che sì. Esisteranno tutti i posti che non ho mai visto - Caracas e la tomba di Simon Bolivar, Haiti coi fantasmi dei Tonton Macoute, Lisbona e le sue architetture lontane - e tutti quelli che ho visto e fotografato. Posti dove ho fatto l'amore, fumato e riso fino a scoppiare di felicità. Ecco, dio, allora, come vorrei tu avessi pensato l'aldilà: come una spiaggia d'aprile, dove tutto si può capire e tutto è perciò un desiderio di scoperta, e te sei vestito da bagnino anni Venti, e mi sleghi colla pazienza che senz'altro possiedi ogni nodo inestricato, schiari le stagioni oscure, dilapidi il dolore come io ho fatto con l'amore, certe volte. E così facendo mi plachi. E dopo mi inviti al viaggio, al viaggio e allo sperpero. Mi porterai ovunque non sono stato, e non mi farai fretta solo perché la comitiva vuole andare a cena e i pensionati hanno i polpacci che dolgono. Te ne infischierai, dei pensionati. Mi dirai Prenditi tutto il tempo che occorre, non essere impulsivo, osserva meglio quello che c'è, per via che il tempo ti obbedisce, e non mi tira più per i capelli e non mi costringe, come prima, all'incompletezza dello sguardo. E perfino mi toccherà una gran carta di credito, e far man bassa di tutto quello di cui ho avuto voglia per tutta la vita. Comprerò quadri e serigrafie, una catena di librerie sparse per il mondo, macchine decappotabili e una villa sull'Atlantico, vicino a quella di Dudley Moore. E alla fine di ogni giorno penserò che un paradiso del genere, se non te l'avessi suggerito io, nemmeno tu saresti riuscito a inventarlo.
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