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Strani incontri

(© Luciano Galassi)
La prima cosa che il freddo si prende è il mio naso. Poi i piedi, e poi le mani. Alle quattro di pomeriggio, dopo il corso di comunicazione e la pennichella, il sole sta di sbieco e il bosco è troppo fitto perché filtri calore. Vado incontro ai ricordi, tanto per cambiare, e il percorso è un anello, si parte e si arriva nello stesso punto, come la vita, che cominci e finisci incosciente. In mezzo tutte le veglie che ti spaccano, le insonnie, gli spaventi e le persone che vanno via senza che tu possa far niente per trattenerle. Questo camminamento che hanno ritagliato attorno al colle di Itieli come il tonsore faceva coi capelli dei frati ha una sua grazia cupa, e di notte puoi incontrarci volpi e cinghiali: lo chiamano il Censo. Ma anziché i ricordi a un tratto mi vengono incontro due gendarmi, come quelli di Pinocchio, o come quelli che scortano Bocca di Rosa sul treno. Hanno i pennacchi sul cappello e sono scuri in volto. Ci sono solo io, ce l'hanno con me, non c'è dubbio. Siamo venuti per arrestarla - mi dicono quando sono vicini. Lo dicono insieme, tanto insieme che sembra una voce sola. Il tono è secco, inappellabile. Per cosa? - riesco a ribattere - Non ho fatto niente. È proprio questo il reato - mi rivelano. Lei ha smesso di sognare, di ricordare, di scrivere. Esiste, ma non vive. Non le sembra una colpa imperdonabile? L'ergastolo, merita senz'altro l'ergastolo. Ma io sono vuoto - provo a dire, - sono debole, dolorante. Lasciatemi stare. Mi guardano e prendono a girarmi intorno, mi accerchiano. Brontolano, fanno tanto d'occhi a guardare quella specie di tristezza vischiosa che ho addosso. Riprendo a camminare, li lascio lì, gli alberi ai lati del sentiero si innalzano, la luce scompare. Sembra già notte. Mi volto e non ci sono più, scomparsi pure loro, come il giorno. Ho combattuto tutta la vita contro l'evidenza, contro l'ostinazione della realtà a essere reale: non aveva mai in corpo una cisti di infinito. Tutto credevo fosse eterno e tutto è morto, a tutto ho dato credito e tutto è un fallimento. Per cosa dovrei ancora scrivere? Per chi? Esco dalla macchia, ecco le case grige, le prime del paese. Ognuno è responsabile della propria decadenza, ognuno corrompe se stesso, prima che gli altri. Forse combatterò, forse cercherò altri significati. Ma ormai è notte, è solo tempo di rientrare.

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Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra

Alcune ragioni contrarie all'infelicità

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Il giorno della morte di Silvio Berlusconi mi arriva un messaggio sulla chat di Facebook: Ciao, hai visto che anche lui se n'è andato? e così mentre il cuore salta un paio di battiti mi ritrovo a Montalto di Castro, è il 1983, ho sedici anni. Eravamo partiti in due ma l'amico che venne con me faceva le sei del mattino in discoteca e poi dormiva tutto il giorno, cosicché me ne andavo a spasso per conto mio, in bici, per capire un po' meglio che bestia fosse la libertà. Per inciso confesso che dopo quarant'anni devo ancora scoprirlo: l'ho sentita pronunciare da così tante lingue biforcute, quella parola tronca, che mi si sono confuse le idee. Certi scrittori di cui ho venerazione giurano che esser liberi significa non sapere mai per certo cosa voglia dire: se così è allora sono libero, e tanti saluti. E a parte questo, quell'estate fu maestosa. Di primo pomeriggio guardavo Mister Fantasy - coi videoclip di Madonna e dei Frankie goes to Hollywood, e dev'essere