Tra gli indiani Sioux delle pianure americane c'era una
specie di sciamano, chiamato Heyoka, che tutti consideravano sacro. Aveva una
funzione fondamentale: quella di fare sempre il contrario di ciò che facevano
gli altri. Cavalcava al contrario, camminava al contrario, sedeva dando le
spalle alla tribù. E parlava anche, al contrario. Se diceva di esser felice,
era scontento. Se diceva di avere fame, era sazio. Se diceva che il tempo era
bello, pioveva a dirotto. Era insomma il controcanto anticonformista della
società. Con la sua presenza ricordava a tutti quanto fosse necessario, di ogni
affermazione, tener presente il suo opposto, un fatto di relativismo culturale,
di punti di vista. Quel che è una fortuna per qualcuno è un danno per qualcun
altro. In quel modo estremo rappresentava le diverse facce della verità, e
suggeriva che a volte son tutte attendibili, anche se apparentemente in
conflitto. In questi soffocanti giorni d'agosto sto rileggendo, al fresco degli
alberi, la storia del West, che da ragazzino Gastone mi comprò in volumi
preziosi. E non posso fare a meno di pensare che un personaggio del genere, in
questa epoca di affermazioni che paiono sentenze, ci starebbe proprio bene.
Ogni volta che qualcuno pontifica, lui direbbe la stessa cosa ma in realtà
negandola, o la negherebbe affermandola, e insomma creerebbe un bel
cortocircuito lessicale da cui usciremmo tutti più umili e accorti. Se poi
volessimo provare a evolverci come si deve una volta per tutte, potremmo
perfino far diventare i divieti obblighi, e gli obblighi divieti. Permettete
che faccia qualche esempio? Vietato calpestare le aiole, diventerebbe Obbligatorio
calpestare le aiole. I limiti di velocità in autostrada diventerebbero
indicazioni da non rispettare. Fumare diventerebbe obbligatorio al cinema e al
ristorante. E lo stesso sporgersi dal finestrino, in treno. S'intende che
diverrebbe vietato allacciarsi la cintura in auto, andare in motorino da soli e
indossare il casco. E le discariche abusive andrebbero obbligatoriamente
riempite di vecchi divani e lavatrici. In definitiva, tutto quel che è lecito
fare sarebbe un reato, e tutto quel che ora è reato sarebbe incoraggiato. E io
penso che sì, finalmente, la natura umana si ribellerebbe ai nuovi soprusi, e
pur di andare contro a tutte le indicazioni della legge, applicherebbe quelle
obiettivamente più sagge, e rispetterebbe i limiti di velocità, pagherebbe le
tasse e vorrebbe più bene al prossimo. Augh!
Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra
Commenti
Posta un commento
Grazie per aver commentato il mio post