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La virtù del fumo


C'è una ricorrente circostanza che mi far venire voglia di fumare: il tramonto di un giorno in cui tutto è andato - miracolosamente - per il verso giusto. E dal momento che saranno cinque o sei in un anno le occasioni in cui il mondo gira a meraviglia, fumo di rado e un pacchetto di cigarillos mi dura una stagione, e ce n'è d'avanzo. Oggi è una di quelle, però: nientemeno, anche se non c'ho voglia di raccontare perché, e allora vamos. La prima tappa è la tabaccheria, per forza di cose. Che sia antica però, e abbia le pipe di radica poggiate su un bancale un po' altero, lontano dalle Marlboro, parentame plebeo. E che odori di caramella balsamica e trinciato sfuso, e che i legni dei mobili ne siano impregnati a volontà. Eccomi, sono arrivato, ce n'è rimasto solo uno di spacci così nei dintorni. Chiedo al tabaccaio - un signore coi baffi rossi e il gilet a rombi, che somiglia a Richard Dreyfuss - la marca meno pestilenziale e lui mi dà dei Mini Mehari's alla vaniglia che promettono di esser buoni. La scatolina intanto è bellissima. Mi serve anche da accendere, cortesemente - gli faccio, e lui Acciarino o prosperi? e mi si compra, con quel linguaggio trapassato di moda. Legno, il sigaro vuole il legno, non è così? gli ribatto feroce. Ma scherzoso, però, e lui se ne accorge, e sta al gioco: Volevo vedere se era uno che si contenta. Cazzarola, che tabacchino sveglio: ci tornerò. Esco allegro, appena dopo, barra a dritta verso casa, preparata a dovere per la sfumacchiatina: camino acceso, giornale di oggi sulla poltrona, finestra socchiusa, per non nuocere gravemente alla salute di chi vive con me. E una volta accomodato, inizia il rito. Sfrego il fulminante sulla striscia scabra: la prima volta non piglia fuoco mai. Riprovo, con l'indice a tener giù la capocchia azzurrina; fa una scintilla, scoppia, sfiamma, lo tengo sottosopra, per non farlo smorzare, e l'avvicino al mio vizio assai saltuario. Aspiro. Trattengo in bocca il fumo, che fa un mulinello, una giravolta, e mi sollecita le papille gustative, le dopa un po', ed è un sollazzo. Stendo le gambe, apro la pagina degli spettacoli. Tiro un'altra boccata: che voluttà. Al Politeama danno Polansky, mi sa che ci faccio un pensierino. Domani però, che oggi il giorno perfetto si sta spegnendo nel piatto, con tutta la cenere.

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