Oh che meraviglia, la gentilezza della farmacista! Stamattina dico, che ieri ero andato a prendere un farmaco senza ricetta. Così oggi l'ho riportata e lei mi ha ringraziato come le avessi salvato la vita: due, tre volte, e una quarta mentre uscivo. Ecco la gentilezza, ecco l'unità di misura che abbiamo perduto. Io ho perduto tante cose, alcune immani, e forse in qualche epoca la stessa grazia che mi sforzo di mostrare al prossimo s'era addormentata, ma incontrare la gentilezza, riceverla, è sempre aria pulita. Allo stesso mondo - ch'io sappia - appartiene il tanghero che due ore dopo stava per spalmarmi sulle strisce colla Cherokee in pieno centro; e l'altro - sì, anche l'altro - che in capo a un'altra ora ha inchiodato e curvato a gomito senza degnarsi di farlo sapere a me che gli stavo dietro. Perché è un segno di gentilezza, metter la freccia, e la gentilezza è debole, è un atto che ci mostra fragili, un ossequio, perfino. Ma posso esser fragile, osse...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.