C'è insomma questa gestione del tempo, che è da considerare ogni volta. Il tempo di lettura di qualcosa: libro, fumetto, giornale. E non è un tempo che le possiamo dare noi - ai miei corsi di scrittura lo ripeto appena è il caso - ma è un tempo che sta dentro alla sceneggiatura, al pezzo, alla tavola, una cadenza che gli inietta l'autore. Perché l'autore sa come devi camminarci, per goderti le parole e per capire quel che loro ti raccontano: a volte accelera e tu devi corrergli appresso; a volte rallenta, e allora anche te è bene che vai piano. Ne ho avuto conferma leggendo un nuovo fumetto, cui sarò fedele ogni mese. Si chiama Mercurio Loi (Sergio Bonelli Editore), è a colori, è ambientato a Roma. Ma due secoli fa. Me lo sono assaporato lentamente, perché la lentezza è il ritmo - il tempo, appunto - che gli ha dato il suo autore: Alessandro Bilotta. Ad andar di corsa avrei mortificato la densità dei dialoghi, l'ironia che qua e là esplode, il giocare al gatto col t...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.