disegno di Milo Manara Ho fatto un sogno, e credevo mi fossi svegliato. Andavo alla finestra e volevo aprirla ma la maniglia era lontana, altissima: lì ho capito che non era la realtà. Per quanto la realtà, di maniglie irraggiungibili, me ne abbia riservate, ho sempre cercato di arrampicarmi. Non stanotte, che ho rinunciato, sono andato in cucina e c'era Ale che alle 4 e 40 preparava una crostata. Si alzava a quell'ora, quando era malata, il mieloma le accorciò il sonno prima che la vita. E a parte questo, la notte io l'amo come una cosa che si ama e di cui si ha paura. E nostalgia, che è il decoro che spalmiamo sul passato, altrimenti volgare. Ho nostalgia presempio delle notti che abitavo nel posto più rassicurante: la camera dei nonni materni, a dormire in mezzo a loro, a sei anni. Il soffitto era verniciato dalle strisce di luce che filtravano tra le stecche delle persiane, così che non era mai veramente buio, e la notte di via Cardoli sembrava solo un'appendice...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.