Oggi che mi aspettavi lì seduta - ragazza - come avessimo quindici anni e quando sono arrivato mi hai sorriso e baciato ho smesso di pensare che il tempo è arcinemico. E allora, al netto del mal di denti, delle corsie di oncologia, dei mentecatti in autostrada, della rinuncia alla bruschetta per non sapere d'aglio, del declino triste di Dylan Dog e della certezza che la Lazio non vincerà mai - in millemillanni - la Champions, confesso un difetto: sono felice. Happy, o giù di lì. Ci pensavo appunto due ore or sono, che la sera incappucciava il Caos, quel posto innamorante che han fatto qui a Terni dove si suona recita e mangia come a New York, - e difatti c'è un piccolo teatro da grande città, quasi off Broadway: è dove mi piacerebbe portare le mie cinque storie americane - e mentre ricacciavo indietro le lacrime piovute alle foto di Parigi, in mostra qualche giorno ancora, con le facce attonite dopo il Bataclan. La sera è una storia per cuori teneri; è uguale dappertutto e ...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.