Passa ai contenuti principali

Snob

Che ne so, a un dato momento uno si stufa di stare sempre fuori della fila, si secca di tornare divagante sui suoi passi e poi prendere in mezzo ai campi per un sentiero che vede solo lui, tra le colonne di girasoli, e sospetta che forse sarebbe il caso di procedere come tutti in linea retta. Allora per cominciare decide di andare a vedere il nuovo film di Checco Zalone, che certi recensori definiscono geniale. I precedenti film li ha visti in tv, li ha trovati ripugnanti, stupidi e offensivi nei confronti della parola cinema, ma lui è un fottuto snob. L'alternativa sarebbe Star Wars, perché il primo Guerre stellari gli è piaciuto da morire ma aveva dieci anni, e ai quarantenni di adesso che lo idolatrano e minacciano di morte (mica tanto per finta) chi ne svela il finale consiglierebbe la visione reiterata di Blade Runner, finché non colgono la differenza. Poi decide di leggere i libri di Luca Bianchini partendo dall'idea che se li deve far piacere, perché Bianchini è bravo, i suoi libri non impegnano, van bene su tutto, come il nero, non sporcano in casa e fanno la guardia, se glielo chiedi. E poi ci han fatto un film, da un romanzo di Bianchini, e forse anche altri ma questo lo snob non lo sa, perché diomaivoglia che li abbia guardati (anche lo snob è uno scrittore, ma se lo sogna di vendere quanto Bianchini, per cui è invidioso, livoroso, frustrato e un pizzichino fallito). Così li compra e li mette sul comodino, i libri di Bianchini, li impila assieme a quelli di altri grandi autori contemporanei consigliati da Fabio Fazio, ospiti di Fabio Fazio, marchettati da Fabio Fazio, e li legge - LI LEGGE! - e loro, quei libri, lo trasformano. Avete presente Kafka? Ecco, lo trasformano in un lettore-scarafaggio-compulsivo. Lui, lo snob, ha sempre fatto una gran fatica a leggere perché ha selezionato certe cose mostruose che lèvati e ora gli dicono che non ne valeva la pena. Camus, La peste, letto in spiaggia 6 anni fa tra panciuti imprenditori con in mano Wilbur Smith e cinquantenni in topless a sfogliar Sorrisi&Canzoni che lo guardavano come si guarda un orso in cattività. Ma sei scemo? - verrebbe da dirgli: tanto sudore per nulla. E allora alla fine si arrende, non ha scelta. Smette di credere che l'intrattenimento di massa va bene ma dovrebbe affinare un po' il gusto della gente, magari un poco alla volta, così da farle avere tra un secolo una crisi di rigetto e farle sospettare che esiste altro, un tantino più profondo e più capace di interpretare la vita e perfino più divertente, a saperlo apprezzare. Torna sui suoi passi, dal sentiero romantico tra i girasoli entra nei ranghi: è per essere accettato, capite? E si fa piacere tutto quel che è consigli per gli acquisti e scende a patti, e si convince che questo è il migliore dei mondi possibile. Ma giusto perché è impossibile che ne esista uno più stupido.


Paolo Conte, Snob: https://www.youtube.com/watch?v=DiS-yjCclME&index=4&list=PLsSKmwnjnNB2Vv1Ti8ZIuzUqcRf7DnATJ 

Commenti

Post popolari in questo blog

Avvento

Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra

Tre circostanze fortunate

Tu adesso chiudi gli occhi che io ti do un bacio. Chiudi gli occhi perché il bacio non devi vederlo arrivare, devi fare in modo che l'attesa sia una fitta dentro al petto, che la mia bocca s'aggrappi alla tua quando non ci contavi più, quando pensi che me ne sono andato e t'ho lasciata là, ingannata e cieca. Mentre aspetti il tempo ti sembrerà differente - il tempo dell'attesa di un bacio sfugge alla gabbia consueta - e se alla fine ti chiedessero di contarlo dovresti fare come i bambini, con le dita, e sarebbe lo stesso un inganno. Non è una questione di età, io ho la mia e tu la tua, non siamo alle prime armi. Ma anche la tenerezza - perché è di questo che stiamo parlando - muove con un tempo tutto strano, asincrono, ed è la stessa di quando avevamo vent'anni - tu più di recente - rinvigorita però dall'autostima, che alla giovinezza non si addice. Poi vorrei tenerti addosso, come in quella canzone di Paoli, stringerti alla mia camicia bianca e dirti che probab

Alcune ragioni contrarie all'infelicità

Perché sei infelice? Perché non riesci a starci dentro, alla felicità, per più di dieci minuti? Io credo che dovresti ragionare su queste domande, così intime e così terribili. Se vuoi ti do una mano, molti dicono che ci somigliamo, sarà più facile per me che per un altro suggerirti una via d'uscita. Sei infelice nonostante tu faccia tutti i giorni quello che ti piace. Pensa se non fosse successo, che avessi quei piccoli talenti che alcuni ti riconoscono: parlare in radio con disinvoltura, scrivere con leggiadria, tenere avvinti venticinque ragazzi con un poeta che per la prima volta non sembra loro inutile. Pensa se non avessi quei piccoli talenti ma fossi divorato dal desiderio di averli, e ogni tua invenzione passasse inosservata, o peggio fosse evitata come la peste. Questa attenzione che ti dedicano, non è già motivo di felicità? Le parole - lusinghiere -  che ti regalano a corredo delle tue, non sono una buona ragione per essere felici? E quando hai viaggiato per l'Italia