Mi hanno detto che la disonestà è solo questione di occasioni, mi hanno detto Pure te che sei candido, se ti viene bene rubi. Così sarà cominciata Mafia Capitale, e va' a sapere se tra qualche tempo non verrà fuori roba strana su Milano o altro marciume sul calcio internazionale che è tanto bravo a far la morale al nostro. Quando a mia moglie toccò il cancro lo capii dall'emocromo e lo rivelai a un clown vestito da medico, ma lui si scaldò: A ciascuno il suo mestiere, disse, poi finì per ammetterlo, con un mese largo di ritardo. Incompetente. E se l'incompetenza è una forma di disonestà, allora non c'è gran distanza tra quelli arrestati con le mazzette in cassaforte e lui, che gira ancora a piede libero.
Comunque io no, non scherziamo: non ci sono tagliato a far da bersaglio ad avvisi di garanzia. A otto anni fregai un soldatino Atlantic a un ragazzino più piccolo e ancora ne provo rimorso. E allora chi mi ha dato del ladro potenziale l'ho mandato a farsi fottere. Lui e tutto il suo cinismo da rigattiere. Costruisco con le parole, invece, e così mi sfamo: non divento ricco ma son fortunato. Ho lo stomaco piccolo. Abbiamo già cominciato, abbiamo cominciato con una cosa che sembrava uno scherzo ed è diventata gran seria: un laboratorio di scrittura creativa. Per la prima volta nella mia vita, a 48 anni, sono l'imprenditore di me stesso; severo come non sarei con nessun dipendente, dò l'anima e mi diverto, e i risultati in termini di gratificazione ci stanno, come gli sberleffi per chi in silenzio augurava fallimenti. Non è solo un fatto di etica. Non mi serve rubare: è una scelta, sto bene così. Dormo poco ma non perché mi rimorde la coscienza. Casomai per iperattività. Se come Mirka dovessi incontrare dio, come lei gli chiederei di togliermi il peso del sonno: avrei tante ore in più per far danni mentre la gente dorme. L'estate arriva, è a soli nove giorni, ormai. Servirà a far viaggiare il romanzo vecchio e architettare quello nuovo, a impalcare altri corsi di scrittura, e poi di cucina, foto, fumetti, di quellocheciverràintesta, e a sfasciare del tutto la vita che ho fatto finora e rimontarla a calco della bellezza che ho dentro adesso. Non vado in televisione a far la ruota, tra poco ci andrà l'astronauta, scommettiamo? Gran persona, gran testa, chi lo nega. Però l'impresa non la fa chi fluttua duecento giorni in orbita o piscia in assenza di gravità. La fa chi resta concentrato, cattivo, sul campo di battaglia. Chi uccide la tentazione del nulla e pur maledicendo ogni giorno che riapre gli occhi soffia fiamme dalle narici, perché solo a quel modo se ne esce vivi; fino a che una buona volta, un mattino, la maledizione diventa per incanto il suo contrario. Così, senza vie di mezzo: magnificenza. Non invitano quelli come me a parlarne nei talk-show; o se lo fanno è morbosamente. Io l'ho raccontato tutto il calvario, qui nel blog e per interposta persona: sempre Mirka. Grazie ancora a quelli che leggendomi l'hanno alleviato fino in cima. Lassù non c'erano chiodi nei polsi e una corona di spine - come credevo - ma una resurrezione senza più dolore. Nessun giro dell'universo potrà mai valere, con tutta la sua pazzesca architettura, una rinascita così. Il vero astronauta, tornato dallo spazio profondo, c'est moi.
Comunque io no, non scherziamo: non ci sono tagliato a far da bersaglio ad avvisi di garanzia. A otto anni fregai un soldatino Atlantic a un ragazzino più piccolo e ancora ne provo rimorso. E allora chi mi ha dato del ladro potenziale l'ho mandato a farsi fottere. Lui e tutto il suo cinismo da rigattiere. Costruisco con le parole, invece, e così mi sfamo: non divento ricco ma son fortunato. Ho lo stomaco piccolo. Abbiamo già cominciato, abbiamo cominciato con una cosa che sembrava uno scherzo ed è diventata gran seria: un laboratorio di scrittura creativa. Per la prima volta nella mia vita, a 48 anni, sono l'imprenditore di me stesso; severo come non sarei con nessun dipendente, dò l'anima e mi diverto, e i risultati in termini di gratificazione ci stanno, come gli sberleffi per chi in silenzio augurava fallimenti. Non è solo un fatto di etica. Non mi serve rubare: è una scelta, sto bene così. Dormo poco ma non perché mi rimorde la coscienza. Casomai per iperattività. Se come Mirka dovessi incontrare dio, come lei gli chiederei di togliermi il peso del sonno: avrei tante ore in più per far danni mentre la gente dorme. L'estate arriva, è a soli nove giorni, ormai. Servirà a far viaggiare il romanzo vecchio e architettare quello nuovo, a impalcare altri corsi di scrittura, e poi di cucina, foto, fumetti, di quellocheciverràintesta, e a sfasciare del tutto la vita che ho fatto finora e rimontarla a calco della bellezza che ho dentro adesso. Non vado in televisione a far la ruota, tra poco ci andrà l'astronauta, scommettiamo? Gran persona, gran testa, chi lo nega. Però l'impresa non la fa chi fluttua duecento giorni in orbita o piscia in assenza di gravità. La fa chi resta concentrato, cattivo, sul campo di battaglia. Chi uccide la tentazione del nulla e pur maledicendo ogni giorno che riapre gli occhi soffia fiamme dalle narici, perché solo a quel modo se ne esce vivi; fino a che una buona volta, un mattino, la maledizione diventa per incanto il suo contrario. Così, senza vie di mezzo: magnificenza. Non invitano quelli come me a parlarne nei talk-show; o se lo fanno è morbosamente. Io l'ho raccontato tutto il calvario, qui nel blog e per interposta persona: sempre Mirka. Grazie ancora a quelli che leggendomi l'hanno alleviato fino in cima. Lassù non c'erano chiodi nei polsi e una corona di spine - come credevo - ma una resurrezione senza più dolore. Nessun giro dell'universo potrà mai valere, con tutta la sua pazzesca architettura, una rinascita così. Il vero astronauta, tornato dallo spazio profondo, c'est moi.
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