L'euforia - il buon vento che soffia a dolce tradimento, come una notizia tanto bella che non la speravi nemmeno - mi stacca di dosso ogni remora alla felicità, in una mattina che muore febbraio e già marzo s'avvisa dietro le palizzate dei grattacieli, in fondo al cielo. Ha una luce che incoraggia al ricordo, questa stagione spudorata; ha l'arditezza delle donne che istigano a vivere e reinsegnano ad amare, verbi che non avevano più coniugazione, prima di lei. Non ti sembra che le giornate siano più lunghe?, sussurrata al netto dello stupore è la domanda che spalanca la primavera. E allora si disfano i bagagli dell'inverno, perché la primavera è un viaggio da fare a cuor leggero; e si acconciano i paraggi in modo che procurino emozione. Adesso pulisco il terrazzo - adesso dopo che ho finito di scrivere, beninteso - che è un posto dove leggere è sentire attorno viva e curiosa della sua stessa vita scritta tutta la genealogia di Cent'anni di solitudine - per que...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.