Non c'è cosa più utile delle parole, utili di un'utilità che è bellezza e fatica, perché a usare quelle giuste è festa ma la scelta è complicata. Senza il culto che ho delle parole non avrei detto e scritto Ti amo mettendoci prima e dopo altre migliaia di vocali e consonanti a chi ho riconosciuto parte di me, a chi confonde, per quanto sono uguali, la sua anima con la mia. Così quando incontro qualcuno che sa usare le parole non come gusci vuoti ma per il suono che fanno - ognuna differente e sa metterle al posto giusto che è uno, uno solo e nessun altro - mi cresce il buonumore. Ho letto e apprezzato Se chiudo gli occhi , romanzo di Simona Sparaco, e poi ho conosciuto e presentato lei al pubblico della Bct, ieri mattina. Una cosa bella, per come è venuta. Un modo per parlare di narrativa senza pedanteria, alla mano, tra amici, con tutti quelli che c'erano. Simona ha una scrittura morbida ed esatta, suggerisce quando deve suggerire, racconta dispiegando la storia quando è
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.