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Quei cialtroni degli artisti

Mauro Laurenti durante la lezione di disegno
Scrivo a caldo, con  addosso e quindi da smaltire le emozioni, le parole dette, le meraviglie disegnate, gli incontri, le nuove amicizie, le risate, le foto, gli applausi di Nera d'inchiostro. Sono frastornato e felice, e ilare d'un'allegria che durerà. Giovanna Degl'innocenti e Mauro Laurenti hanno voluto chiamare a raccolta gli amici e farli incocciare tra loro per vedere che diavolo poteva succedere. Un pericolo teoricamente tremendo. Perché se questi che si incontrano non hanno niente in comune diventa un massacro di noia e di  Te l'avevo detto di non venire a sussurrato chi li accompagna. Ma la cosa è stata architettata bene. Quelli che c'erano a Nera d'inchiostro sono artisti. Chi disegna, chi scrive, chi gira film indipendenti. E gli artisti si assomigliano e si pigliano. Il fatto mirabile è che è venuto fuori un evento sobrio e rilassato, ideale per una prima edizione, per un numero zero. Ognuno ha messo in circolo il proprio amore. E lo ha fatto ricevendone altrettanto dagli altri. Non ci siamo accoppiati brutalmente, no, se è questo che pensate. Niente sesso, a parte quello nostalgico di certi  disegni. Ma l'amore che abbiamo condiviso ha a che fare con qualcosa che potremmo chiamare cultura, bellezza, arte. Tre parolacce irriferibili che andrebbero cassate per legge dal nostro vocabolario. Ma a parte questo. Quando vai a manifestazioni così, e ti chiedono di presentare al pubblico due romanzi più il tuo e di moderare una tavola rotonda di professionisti del fumetto, un po' di tremarella ti viene. La prima reazione, lo confesso, era stata Perché proprio io? La seconda, che per fortuna poi ha avuto il sopravvento, è stata Perché non io? E così sono andato. Pensa se avesse vinto la paura. Non avrei conosciuto Giovanni Gastel e Stefano Jacurti, autori di due libri che più diversi non si può ma belli  uguale. Non avrei chiacchierato con autori di fumetti che  conoscevo solo dalle loro pagine zeppe di sogni ostinati. Ma soprattutto non avrei avuto la conferma di una cosa che già sapevo ma che mi è piaciuto riconstatare: gli artisti saran pure cialtroni, ritardatari, pigri, idealisti, illusi. Ma sono gentili, sorridono, sono sinceri, quando ti parlano non smetteresti di ascoltarli neanche per andare a far pipì, e quando sei tu che parli a loro ti seguono con l'incanto delle persone per bene. Per questo amo gli artisti e non i broker. E allora questo è ciò che mi porto via, uscito dalla Rocca di Narni e ridisceso alla città industriale dove accidentalmente vivo: la gratuita meraviglia di nuovi incontri, di anime che si riconoscono affini e si fidano. Nera d'inchiostro è stata così: un seme gettato in un campo fertile come la mia Narni. Un seme che ha dato i frutti sperati e che il 29 maggio - tra poche settimane - rifiorirà. Vi aspettiamo...












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