Passa ai contenuti principali

Dài su: sbendiamoci!

Le stagioni di passaggio sono quelle che preferisci. Quando l'estate, femmina volubile, va a letto con l'autunno, maschio malinconico, nascono belle speranze. Le cose attorno cambiano. Non lo fanno apposta: è nella loro natura. La prima mutazione è che devi metterti gli occhiali. Prima leggevi il breviario nelle mani del prete come un falco che stesse centro metri sopra, appollaiato su una grondaia; ora non vedi nitide neanche le tue dita. A lei saresti piaciuto lo stesso, da morire. Anzi: da vivere. A lei piacevi sempre, anche in pigiama e mezzo sbronzo la sera di carnevale. Ma stavolta non devi parlare d'amore - non solo d'amore, almeno -  sennò tutto prende una piega triste e non vuoi, non questa volta.
Stai parlando di mutazioni. Quel che ti ha trasformato è stato ciò che ostinatamente hai inseguito e raggiunto e poi corteggiato e tradito - a volte - e infine riconquistato. Musica, libri: parole, fondamentalmente. Hai amato le parole, ci hai fatto l'amore. Te le scrivevi in testa come sopra un muro, come i graffitari per chilometri prima della stazione Termini. Il cambiamento è naturale, chi non cambia muore. Si evolve tutto: il tuo senso del tempo, che sprechi sempre meno perché ora gli dai un valore; la tua scrittura, più consapevole delle sue qualità e più disposta a riconoscersi i difetti; il bene che vuoi: sempre a meno persone ma sempre più forte. Selezione naturale. E ci sono coincidenze che ti accompagnano di buon grado e quasi gratuite nel viaggio. Una è che cambia Dylan Dog, torna alle origini, alle inquietudini terapeutiche della giovinezza, tua e sua. Anche tornare indietro è trasformazione. Il primo numero del nuovo corso non ti ha fatto impazzire: dagli tempo. Però quella copertina era un invito troppo alllettante per lasciarla impolverare in edicola, perciò sbendati, Frà, che puoi guardare meglio cosa e chi hai intorno, con e senza occhiali. Un amore nuovo, magari. Lo so, non ne hai 'sta gran voglia, lascia che accada, se deve. Senza forzargli la mano.
L'altra coincidenza è il nuovo Bersani, che stavolta canta soprattutto fallimenti sentimentali - e ogni fallimento se hai schiena dritta apre stagioni imprevedibili - con quel modo sghembo e letterario che ha imparato da Dalla e poi affinato a colpi di talento. Un autunno che feconda l'estate, questo che è entrato, le lascia partorire nuove stagioni. La quarta persona più importante esce a novembre. Non si scherza, ci hai messo l'anima. Ne parlerai in giro. Lascia che cresca vigoroso e spera che tanti l'amino, perché è giusto quello - comunicare emozione -  il senso della vita che ti sei scelto.

Commenti

Post popolari in questo blog

Avvento

Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra

Tre circostanze fortunate

Tu adesso chiudi gli occhi che io ti do un bacio. Chiudi gli occhi perché il bacio non devi vederlo arrivare, devi fare in modo che l'attesa sia una fitta dentro al petto, che la mia bocca s'aggrappi alla tua quando non ci contavi più, quando pensi che me ne sono andato e t'ho lasciata là, ingannata e cieca. Mentre aspetti il tempo ti sembrerà differente - il tempo dell'attesa di un bacio sfugge alla gabbia consueta - e se alla fine ti chiedessero di contarlo dovresti fare come i bambini, con le dita, e sarebbe lo stesso un inganno. Non è una questione di età, io ho la mia e tu la tua, non siamo alle prime armi. Ma anche la tenerezza - perché è di questo che stiamo parlando - muove con un tempo tutto strano, asincrono, ed è la stessa di quando avevamo vent'anni - tu più di recente - rinvigorita però dall'autostima, che alla giovinezza non si addice. Poi vorrei tenerti addosso, come in quella canzone di Paoli, stringerti alla mia camicia bianca e dirti che probab

Alcune ragioni contrarie all'infelicità

Perché sei infelice? Perché non riesci a starci dentro, alla felicità, per più di dieci minuti? Io credo che dovresti ragionare su queste domande, così intime e così terribili. Se vuoi ti do una mano, molti dicono che ci somigliamo, sarà più facile per me che per un altro suggerirti una via d'uscita. Sei infelice nonostante tu faccia tutti i giorni quello che ti piace. Pensa se non fosse successo, che avessi quei piccoli talenti che alcuni ti riconoscono: parlare in radio con disinvoltura, scrivere con leggiadria, tenere avvinti venticinque ragazzi con un poeta che per la prima volta non sembra loro inutile. Pensa se non avessi quei piccoli talenti ma fossi divorato dal desiderio di averli, e ogni tua invenzione passasse inosservata, o peggio fosse evitata come la peste. Questa attenzione che ti dedicano, non è già motivo di felicità? Le parole - lusinghiere -  che ti regalano a corredo delle tue, non sono una buona ragione per essere felici? E quando hai viaggiato per l'Italia