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Sul fanatismo

Osservare in silenzio e prendere appunti dentro la testa. Una ricetta facile, se ogni tanto scrivi una storia che ha la fortuna di finire in un libro. Così i tuoi mille lettori non possono contestarti che giochi troppo di fantasia. E osservare apre gli occhi -  cosa meno ovvia di quel che sembra -  perché guardiamo troppo senza vedere.
Io per dire mi diverto a studiare i fanatici e il modo in cui manifestano il loro fanatismo.
Qualche esempio. All'edicola dove mi fermo tutte le mattine ho scoperto un signore che ogni mese compra un consistente numero di albi a fumetti. E fin qui. Solo che lui li sceglie. Si fa consegnare dal giornalaio cinque o sei copie dello stesso numero dello stesso personaggio. Le soppesa, le scruta davanti e dietro, ne studia le pieghine, la rilegatura, passa le dita sulla costina in cerca di imperfezioni. Poi acquista la copia più immacolata e se ne va soddisfatto. Un collezionista della perfezione, un utopista, in fondo.
Altro esempio: le fanatiche dei gatti. No, non di tutti gli animali, quelle già son più pluraliste. Le gattare. Quelle che se accidentalmente pesti la coda a un micio ti manderebbero in vacanza al Cairo, e di questi tempi sapete che non è cosa. Quelle che se passa un ragazzino zingaro a chiedere l'elemosina si voltano dall'altra parte, dalla parte dove un gattone obeso miagola il suo capriccio. Quelle che chiamano i gatti con nomi umani tipo Riccardo o Gabriele o Annalisa e quando te gli porti il tuo per farlo vaccinare già si straniscono perché si chiama Fuffi. E poi ti inchiodano: Ha vomitato nel trasportino! Che schifezza le ha dato da mangiare? E te, intimorito: Son venuto in macchina, soffre il mal d'auto, pietà, no, l'Egitto no...
Ultimo esempio: i fan musicali. I più inquietanti. Se avete mai avuto la ventura di capitare in macchina con uno di loro sapete di che parlo. Hanno in casa bootleg, cassette, vinili del loro artista preferito che chiamano per nome e già questo è complicato perché te ci metti venti minuti a capire di chi si tratta. Se è inglese/americano/canadese o diosolosacosa i minuti diventano una quarantina. Ma dicevo in macchina. Cominciano a infilare cd nel lettore. Delle nenie mostruose, il più delle volte. O un casino pazzesco di chitarre distorte che ti viene voglia di buttarti dall'auto in corsa. Perché il fanatico musicale ama le nenie o il casino. La musica no, la musica non fa per lui, in genere.E te annuisci, fintamente estasiato. E appena puoi corri a casa per vedere se per sbaglio, in qualche incauto tempo della tua vita, hai comprato dischi del genere. Se sì, li cerchi e li strazi con un chiodo da carpentiere.
E io? Io di che sono fanatico? Oh, oggi più di niente. Un tempo ero fanatico di quello che c'è in questa foto. Poi qualcuno - geloso, onnipotente - deve aver pensato che non meritavo la felicità e da tre - numero perfetto - siam rimasti due, disorientati e fintamente vivi. Ecco perché mi piace tutto e niente e a tutto mi avvicino con disincanto. E quando trovo qualcuno che accumula morbosamente fumetti, che idolatra gatti, che vive di riff elettrici rispondo: Non so di che parli, avevo una collezione completa ma me l'hanno rubata e sono guarito dalla follia di amare.










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