C'è una zattera su un fiumiciattolo del Texas orientale; sopra ci stanno due ragazzine - una è di colore - e un adolescente effeminato, una donna bellissima che scappa da suo marito, un predicatore con un peso gigante sulla coscienza, un mucchio di soldi rubati, un'urna con dentro le ceneri di una ragazza fissata col cinema, fatta affogare con una macchina per cucire legata alle caviglie e poi cremata in un mattonificio. Anni Venti del secolo scorso. Già questo giustificherebbe il viaggio fino in America; ma una volta lì bisogna piazzarsi davanti alla porta di casa di Joe R. Lansdale e appena esce mollargli un bacio alla francese. Non sarebbe contento, a meno che non siate Sharon Stone, e non arriverò a tanto. Ma è per dire dei narratori di razza. Che ti incastrano in una storia - Acqua buia, Einaudi - e non puoi farci niente, finché non è finita stai lì invischiato come nella melassa. Aggiungo che la zattera ha per destinazione Hollywood, o un posto da cui non sia così impossibile raggiungerla, perché i ragazzini hanno fatto un voto: spargere al vento proprio a Hollywood le ceneri della morta, per via della fissa che aveva. Beh, è uno spasso, 'sto libro, tra tenerezza e crudeltà, agguati, serpenti d'acqua, linciaggi, paludi. E dialoghi secchi, taglienti. Non sarà facile arrivare a dama per la coraggiosa accozzaglia di eroi. Ma è una cosa che ha a che fare con la crescita e Lansdale, dopo tanti romanzi pulp, si è specializzato nel raccontare gente che cresce. Con problemi, sennò non c'è gusto. Siamo dalle parti del kinghiano Stand by me, per capirci. Meno filosofico e più avventuroso. Magistrale comunque. Non è roba piatta, da supermercato. Oddio, la trovate pure là, tra il tonno e la maionese. Ma siamo su un altro pianeta rispetto ai libri che vanno per la maggiore. Provare per credere.
Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra
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