Così si va, talora senza neanche l'intenzione, si va per derubricare la noia dai reati della domenica, si va che già il giorno sta scurendo: in un paese vicino c'è un teatro pomeridiano dentro le mura di un convento di suore, tanto basta per farmi alzare il culo dal divano. Pino Strabioli racconta Paolo Poli, attore aristocratico se mai ce n'è stato uno, ma a me m'incanta di più il percorso da fare fino al palco, il villaggio intermittente di luci come bagliori da una stella, lampioni che sfavillano, luminarie di Natale non ancora smontate e in fondo alla piazza, recintato da transenne, un caffè del 1950, con l'insegna antica pencolante sulle teste dei commercialisti, arrivati selvatici, a branco, in motocicletta. A chi viaggia con me faccio cenno di andare, che la raggiungerò prima che si accorga della mia assenza, ma adesso, davvero, devo fermarmi qui. Perchè è qui, vivaddio, che mi sono fermato anche un mare di tempo fa, appresso a Gastone e perfino a Pietro - se...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.