I ricordi col tempo si spengono, e questo si sa. Il bisogno di ricordi invece aumenta e bisogna fare qualcosa per soddisfarlo, come per esempio tornare sui propri passi. Non solo metaforicamente, ma proprio caracollando in carne e ossa sui posti del passato. La mia scuola elementare, a Narni, l'altro giorno, era come mi chiamasse; la città scuriva nella sera e - quasi sparita - l'ho camminata col passo sicuro di chi la conosce e l'ama. O meglio: di chi l'ha amata e lasciata, come si tradisce - dissennatamente - una donna magnifica. Lì davanti a Sant'Anna il difficile è stato fare ordine nei pezzi di passato che scappando si calpestavano l'un l'altro: una ressa di immagini impazzite. C'era un odore di cucina perenne, all'epoca, nell'atrio. Non un buon odore: minestroso, ammuffito. Ci facevano far gare a chi sapeva meglio i verbi, spesso tornavo a casa con una medaglia che il giorno dopo dovevo restituire. Era sempre la stessa, per ...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.