Animali parlanti, fantasmi di fanciulle suicide, poesie in cerca d'autore, frikkettoni, baroni universitari, motociclisti, feste paesane, valzer compromettenti, fisarmonicisti di talento, figli emigrati, pittori in crisi d'ispirazione, giocatori di rugby, vecchie fattucchiere: c'è forse troppa roba nel nuovo romanzo di Stefano Benni, Di tutte le ricchezze , impreziosito dalla splendida copertina di Giuseppe Palumbo. Un libro che parla fondamentalmente di vecchiaia, rimpianti e nuove occasioni. E lo fa col linguaggio consueto del Benni più inventivo, ancorché qua e là colpevole di una qualche pagina pigra o tirata via come per un'urgenza di conclusione. L'amore tardivo che il vecchio Martin - professore in pensione, donnaiolo, con una relazione tragica alle spalle, che ha scelto di vivere isolato in un bosco - coltiva per una imprevista vicina trentenne dalle fattezze cinematografiche ricorda il vecchio mito di Faust mentre il suo perder tempo appresso a u...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.