Neil Armstrong Come tanti, sono un reduce. Bambino negli anni settanta, ho fatto in tempo a vedere la tv in bianco e nero, a giocare coi trasferelli e coi soldatini miniaturizzati della Atlantic, a ritagliare le figurine dei calciatori dalla Domenica del Corriere e ad attaccarli sull'album con la coccoina, a guardare Guerre stellari al cinema, a usare la gomma pane a scuola, a bere chinotto in un'osteria. Già quegli anni erano tardo impero per coloro che, più grandi, avevano cavalcato i sessanta come chi sta sul dorso di una tigre. E i sessanta erano tante cose, ma soprattutto per il mondo erano la luna . Dormivo nella mia culla quella notte del '69 che Neil Armstrong per primo vi sbarcò. Mio padre, nell'estate torrida, tra una sigaretta e una spuma al cedro - Tito Stagno a far la telecronaca - rimase insonne: era poco più che un ragazzo. Il giorno dopo ricordo una strana euforia in casa, ma ero troppo piccolo per capirne la fonte. Mi dispiaceva che non mi dedicasse...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.