Ecco un'altra estate che s'acquartiera sulle rovine della gioventù, sugli amori tenuti in vita con ostinazione, sulla nostra solitudine di numeri non primi cui tocca però lo stesso destino. Ecco il tempo delle stanze vuote che non credevo di dover più vivere, ecco i ricordi che s'imbrancano come ragazzi sulla spiaggia, il primo giorno di vacanza. Ecco mio padre che in certe sere afose come queste mi propone un pezzo di strada assieme, una divagazione prima di cena, per me il regalo più ambito. Arriviamo alla fine del marciapiede, dopo la curva della Memoria, e lì mi mette in guardia sul tempo sprecato a stare da soli, che adesso lo so, ha zanne e artigli. Ma ha discrete controindicazioni anche la convivenza se non hai le spalle larghe, e allora non saprei cosa sia peggio. Ecco tutta la gente che ho attorno che piano piano va via, esce di scena, saluta se fa in tempo, altrimenti non regala niente e non ricordi nemmeno qual è stato l'ultimo discorso, se compiuto o lasciat...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.