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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

Gli allegri fantasmi

Ecco un'altra estate che s'acquartiera sulle rovine della gioventù, sugli amori tenuti in vita con ostinazione, sulla nostra solitudine di numeri non primi cui tocca però lo stesso destino. Ecco il tempo delle stanze vuote che non credevo di dover più vivere, ecco i ricordi che s'imbrancano come ragazzi sulla spiaggia, il primo giorno di vacanza. Ecco mio padre che in certe sere afose come queste mi propone un pezzo di strada assieme, una divagazione prima di cena, per me il regalo più ambito. Arriviamo alla fine del marciapiede, dopo la curva della Memoria, e lì mi mette in guardia sul tempo sprecato a stare da soli, che adesso lo so, ha zanne e artigli. Ma ha discrete controindicazioni anche la convivenza se non hai le spalle larghe, e allora non saprei cosa sia peggio. Ecco tutta la gente che ho attorno che piano piano va via, esce di scena, saluta se fa in tempo, altrimenti non regala niente e non ricordi nemmeno qual è stato l'ultimo discorso, se compiuto o lasciat

Non amo più

Certi giorni neanche le canzoni, neanche i libri che mi hanno ucciso, possono niente: la tristezza imperversa. Dentro a quei giorni sono vinto, non mi viene nessun desiderio, nessuna tentazione, devo solo aspettare che passino o che un'amica mi chiami per una rimpatriata priva di complicazioni sentimentali. Sono i giorni in cui resto fermo, non cucino, non canto, leggo tantissimo e invecchio più lentamente. Sembra così che la tristezza sia improduttiva e invece serve a ricaricarmi, o non potrei una volta che l'ho sconfitta ricominciare a vivere. Mi capitava anche da ragazzo, non è un accidente di adesso. Stavo tutta la notte seduto sul davanzale, il vuoto sotto, quando mia madre mi credeva già addormentato. Vedevo il buio che cadeva dal calamaio di dio come se lui ci avesse inciampato, e la china che sbrodolava sulla montagna, e i dieci metri dalla strada che mi tentavano se mio padre m'aveva umiliato: che morissi lasciandogli un senso di colpa incurabile. L'unica idea