C'è una città dove ho camminato bambino, sposo e amante, che mi stordisce di rapimenti improvvisi, a ricordarla e a ricordare gli anni e gli amori che avevo addosso a ogni frangente, e la lite con certi motociclisti, e il gelato che non ti andava, e la strada tutta al sole fatta per arrivarci - la seconda volta, dico, che era estate. La prima volta fu invece antica, e incosciente il viaggio, come di chi va senza sapere dove, e tutto quel che trova lo mette da parte per scriverne. Io non lo sapevo, allora, che stavo stipando malinconia in qualche buco dell'anima, sennò mi sarei maledetto seduta stante, e cancellato dalla biblioteca di Borges con una lima da carpentiere. O sarei andato da quelli dell'Oca a urlargli Viva il Nibbio! , e avrei tirato lì le cuoia, sulla terra battuta, calpestato di zoccoli, senza rimpianti. La terza volta è stata da scrittore, invece. Con tutte le vettovaglie che uno scrittore si porta dietro, dico: la sua schizofrenica visione del mondo, la dis...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.