Sostare e so stare io dico che sono fratelli, li hanno separati alla nascita, per via che chi sosta sa stare , lo fa evidentemente per il gusto, come io in un'altra vita, a tavola. E allora ve lo racconto non perché pretendo che vi interessi - anche se lo spero - ma per resistenza. Resistenza al tempo-liscivia che lava i miei ricordi sporchi e me li ridà immacolati, che non ci faccio più niente. Resistenza agli anni, all'avvenire che mi tira la giacca. Io all'avvenire ci tengo, sennò non intuberei tante impalcature, ma voglio andarci con più memoria che posso incollata al sedere. Per cui vi racconto di quella tavola, che erano tante ma sempre la stessa, cambiavano talora i commensali, e quando cominciarono ad assottigliarsi la stanza dov'era si abbuiò, tolsero la tovaglia, e i tarli presero a roderla. Il bello era appunto sostarci, là attorno. Dopo il caffè o appena prima, aspettando che salisse, con le briciole che Pietro rastrellava col coltello, io che rompevo le n...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.